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Bindi: "Da intercettazioni emergono rapporti Agnelli-Dominello"

22 marzo 2017 | 16.22
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Andrea Agnelli (Fotogramma)
Andrea Agnelli (Fotogramma)

"Forse alcune carte non le ha l'avvocato: quando si dice sicuro che il presidente non ha incontrato Rocco Dominello. Lei continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario". Così Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, replicando alle parole dell'avvocato Luigi Chiappero che ha escluso rapporti tra il presidente della Juventus Andrea Agnelli e Rocco Dominello.

"Abbiamo ribadito ancora una volta quanto abbiamo letto negli atti, mi piacerebbe ci fosse una desecretazione di tutto quanto perché mi sono stati letti un paio di passaggi che francamente io negli atti non ho trovato. Quindi voglio rendermi conto di quanto viene scritto", dice Chiappero, facendo riferimento a un passaggio secretato dell'audizione, in cui gli sarebbero state lette due intercettazioni di cui la difesa non era ancora a conoscenza: "Il segreto è una cosa importante ma ci sono cose importanti anche per noi, tutti devono sapere tutto, perché si tratta di due passaggi che mi sono stati letti e non ho trovato negli atti. Quindi ho bisogno di confrontarmi con le carte. Io non li ho trovati neanche all'interno del deferimento, quindi ho bisogno di verificare perché sono passaggi anche di una certa importanza".

"Io credo che l'intercettazione di agosto 2016, dove chiedevamo al presidente della Juventus di ricordare se per caso c'era stato questo incontro e l'esclusione di quel ricordo, dà il senso complessivo di quella telefonata e altri riferimenti non ci sono nel processo né nella vita. Rocco Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c'é una sola telefonata riferibile ad Agnelli. Questo è quello che più ci spiace del capo di incolpazione", le parole di Chiappero prima dell'intervento del presidente Bindi.

"Ammettiamo di aver sbagliato -aggiunge Chiappero- sotto il profilo del numero dei posti riservati e pagati ma non accettiamo che all'interno del capo di incolpazione ci sia l'affermazione di aver utilizzato un persona che è quel Rocco Dominello di cui il Presidente non si é mai occupato. Questa persona è arrivata a noi insieme a un signore che si chiama Fabio Germani". "Non ci sono telefonate dirette tra Dominello e Agnelli e in quelle indirette tra il presidente e D'Angelo si parla di Rocco come di un tifoso, di un ultrà: Agnelli non conosceva Rocco né sapeva chi fosse. Se per caso lo conosceva, lo conosceva come tifoso e referente di una curva", afferma il legale della Juventus.

JUVENTUS - "Questa vicenda ha sconvolto la Juventus profondamente", dice Chiappero nel corso dell'audizione. "Alla presidente Bindi -aggiunge Chiappero-, che la volta scorsa mi ha richiamato sul fatto che non si deve negare l'esistenza di un problema, voglio spiegare che stavo cercando di sostenere che noi non eravamo a conoscenza dell'esistenza di questo fenomeno, non volevo dire che sottovalutiamo il problema e infatti quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo preso provvedimenti".

La vicenda ha portato al deferimento del club bianconero e di alcuni dirigenti, compreso il presidente Agnelli. "Noi ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati, ma quello che non ci consente oggi di andare dal procuratore federale (Giuseppe Pecoraro, ndr) per chiudere la partita con un patteggiamento, è che c'è un'affermazione non vera che dice di aver in qualche modo utilizzato, sapendolo, la figura di Dominello, della cui provenienza noi eravamo totalmente all'insaputa".

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