Guardare da tifosi un partita di Champions o sedere in una supercar impegnata su una pista di Formula 1. Difficile a credersi, ma possono dare le stesse emozioni e soprattutto lo stesso stress per l'organismo. Alla vigilia della finale di Cardiff, una ricerca condotta da Nissan – sponsor automotive ufficiale della competizione – in collaborazione con un team di esperti in scienza dello sport della Loughborough University, ha permesso di incrociare i dati relativi alle due esperienze. Grazie a dispositivi indossati da tifosi da una parte e passeggeri di una GT-R dall'altra (guidata all'estremo da piloti professionisti sulla pista belga di Spa-Francorchamps), sono stati monitorati parametri come frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e attività elettrodermica.
I risultati sono praticamente sovrapponibili - dall'aumento medio della frequenza cardiaca (+39% nel caso della Champions, +37% per il giro in pista) a quello della frequenza respiratoria (+140 e +144%), con un picco per entrambi i partecipanti di 35 respiri al minuto.
L'unica differenza, ha spiegato il dottor Dale Esliger della Loughborough University, nell'andamento della frequenza respiratoria: "Durante le partite di calcio abbiamo riscontrato un aumento della frequenza respiratoria seguito da una diminuzione, che coincide con i momenti di suspense in cui i tifosi hanno trattenuto il fiato. Per i passeggeri delle GT-R, invece, la frequenza respiratoria è aumentata in maniera costante, cosa che dimostra un’emozione più intensa e sostenuta".