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Lotito in Sinagoga si dissocia dagli ultrà

24 ottobre 2017 | 10.25
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(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

Il presidente della Lazio Claudio Lotito accompagnato da una delegazione del club e dai giocatori Wallace e Felipe Anderson ha deposto una corona di fiori davanti alla Sinagoga sotto la lapide commemorativa delle vittime dei deportati di Roma. Assente la comunità ebraica perché la visita "non era stata concordata", fanno sapere fonti della comunità.

Il gesto arriva dopo il caso degli adesivi con l'immagine di Anna Frank con la maglia della Roma lasciati da alcuni tifosi laziali su una vetrata della Curva Sud dello stadio Olimpico dopo la partita con il Cagliari. La Lazio scenderà domani sera in campo allo stadio 'Dall'Ara' di Bologna con una maglia commemorativa di Anna Frank durante il riscaldamento prima del match valido per la decima giornata di Serie A.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda. L'ipotesi di reato è istigazione all'odio razziale, al momento contro ignoti. Sui fatti la Digos ha inviato a piazzale Clodio un'informativa.

"Da oggi intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz per sensibilizzare i ragazzi e le nuove generazioni riguardo cosa stiamo parlando", ha annunciato Lotito davanti alla Sinagoga. "Come fatto fino ad oggi - ha aggiunto il numero uno del club biancoceleste - la Lazio combatterà questi fenomeni, senza giustificare nessuno perché vogliamo fare chiarezza sugli autori di queste azioni attraverso la ricostruzione con le telecamere".

''Non accetto strumentalizzazioni sull'apertura della Curva Sud ai nostri tifosi, perché - ha spiegato - è stata fatta apposta per combattere il razzismo. Non è stato un escamotage dopo la chiusura della Nord, è ora di finirla, che in un momento favorevole della Lazio per risultati sportivi, economici e ambientali si utilizzi qualsiasi strumento per denigrare la società". "La Lazio - ha aggiunto il presidente - è sempre stata chiara condannando questi episodi, anche attraverso segnali forti e portando persone in tribunale. Non si può giocare su questi fatti, condanniamo ogni forma di razzismo".

"Devo dire - ha sottolineato - che la tifoseria negli ultimi tempi ha cambiato rotta. In passato c'erano situazioni o bandiere che non lasciavano spazio a interpretazioni. Da quando sono presidente invece non sono mai comparsi striscioni o sono stati tenuti atteggiamenti che possano identificare la tifoseria come razzista, antisemita o xenofoba. La Lazio tra l'altro ha sempre messo in campo una serie di iniziative per dimostrare una tendenza opposta, con comunicati ufficiali con cui ha stigmatizzato certi fenomeni. In una comunità grande, purtroppo c'è lo scemo di turno, non possiamo mettere un carabiniere per ogni tifoso", ha concluso Lotito.

"Quello che posso dire, da uomo, è che mi sento anche io Anna Frank" dice l'allenatore della Roma, Eusebio Di Francesco. "E' la mia risposta a quanto accaduto negli ultimi giorni,la ritengo una assurdità". E riguardo all'iniziativa promossa dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, per far conoscere alcuni importanti fatti storici ai ragazzi, il tecnico della Roma, in conferenza stampa da Trigoria, aggiunge: "Magari ci andrò anch'io volentieri insieme a tutti loro perché credo che sia una questione di cultura e per averla si deve studiare, affrontare le situazioni del passato e viverle per quello che è realmente stato qualcosa di tragico".

"Penso che la Lazio come società e anche i tifosi nella loro storia abbiano sempre messo in atto iniziative contro il razzismo" dice l'allenatore della Lazio, Simone Inzaghi. "Anche questa volta è successo così. Rispetto agli episodi di domenica credo che siano riconducibili a poche mele marce. Ma è giusto che vengano fermamente condannati".

Anche Matteo Renzi, segretario Pd, sulla sua pagina Facebook ha commentato il grave episodio: "Se io fossi il presidente di una squadra di calcio, domani scenderei in campo con la Stella di David al posto dello sponsor. E spiegherei ai ragazzi delle curve perché quando pronuncio il nome di Anna Frank mi vengono i brividi".

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