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Tavecchio si è dimesso

20 novembre 2017 | 13.08
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Roma, 20 novembre 2017. Figc, dimissioni di Tavecchio (Adnkronos)
Roma, 20 novembre 2017. Figc, dimissioni di Tavecchio (Adnkronos)

Il presidente della Figc Carlo Tavecchio si è dimesso dal suo incarico dopo pochi minuti dall'inizio della riunione del Consiglio federale in via Allegri a Roma. Aprendo il Consiglio, ha letto le sue dimissioni. Poi si è alzato ed è uscito.

"Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito il confronto sulle ragioni di questo risultato" ha detto, a quanto apprende l'AdnKronos, ai consiglieri. "Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi", ha poi aggiunto il presidente dimissionario.

"Gli 8 giorni della tragedia mondiale del calcio italiano", ha detto Tavecchio, presentandosi poi davanti alla stampa, facendo riferimento alla disastro della Nazionale, che ha fallito la qualificazione ai Mondiali 2018. "Ho dato le dimissioni come mero atto politico, avevo chiesto anche quelle del consiglio federale ma nessuno le ha rassegnate. Credo che siamo arrivati a un punto di speculazione che ha raggiunto limiti impossibili", ha detto Tavecchio, accalorandosi nella conferenza stampa convocata dopo la riunione. "Il quadro politico fino a stamattina non era cambiato, la Lega Pro non è mai stata alleata nella maggioranza. Nella riunione della settimana scorsa mi era stato inviato un documento programmatico e io in assoluta buonafede e totale sincerità avevo interpretato il fatto come positivo, non come alleanza ma come volontà di costruire qualcosa nel sistema sportivo", ha rimarcato Tavecchio. Abbondano le domande sull'orientamento della Lega Dilettanti, che Tavecchio ha guidato a lungo prima di arrivare al vertice della Figc: "Un tradimento? E' una parola grave, preferisco parlare di legittime scelte politiche. La mia componente ha fatto considerazioni che non lasciavano pensare ad un sostegno nei miei confronti: non ci ho pensato un attimo, mi sono dimesso ".

Inevitabili le domande sulle posizioni assunte recentemente dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: "Non posso giudicare nessuno. Il presidente del Coni sa quello che fa e quello che dice". Sull'ipotesi di un commissariamento, il presidente dimissionario è categorico: "Malagò commissaria la Figc? Questo è molto grave, in Italia ci sono garanzie di legge, statuti e regolamento". Elogi per Claudio Lotito, fondamentale nell'ascesa di Tavecchio: "Lotito è una persona perbene, è uno dei soggetti paganti del calcio italiano e non un soggetto percipiente".

"Ieri il presidente del Coni ha rivelato che fu Marcello Lippi a scegliere Gian Piero Ventura come ct in una rosa di quattro nomi, parlando di un incontro durante una cena privata. Ma io non parlo delle cene private, io mi sono sempre assunto la responsabilità dell'arrivo di Ventura, ne siete tutti testimoni. Eppure Tavecchio paga per la mancata qualificazione al Mondiale, un insuccesso sportivo", ha proseguito. E sulla scelta del successore di Ventura, ha precisato: "Ho parlato con 4-5 grandi allenatori, sono tutti impegnati. E' una falsità, una totale menzogna che non venivano per Tavecchio, ho parlato con tutti".

Quali colpe sente di avere l'ex presidente? "Non essere intervenuto nell'intervallo della partita di Milano per cambiare l'allenatore....", la risposta. "L'Italia meritava il mondiale, io ce l'ho messa tutta ma non so tirare i rigori".

MALAGO' - Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha deciso di convocare per mercoledì pomeriggio la Giunta del Coni per discutere del momento di crisi del calcio italiano. "Il commissario? Penso che si deciderà già mercoledì", ha detto Malagò. "Da statuto si procede con il commissariamento", ha proseguito il numero uno del Coni a margine dei lavori degli 'Stati generali dello sport italiano' in corso presso il Salone d'onore del Coni.

"Il commissariamento è l'unica soluzione", prosegue Malagò che su eventuali nomi aggiunge: "Mi sembra poco di buonsenso avanzare oggi dei nomi", ha aggiunto Malago'. "Noi giovedì abbiamo l'assemblea dei comitati olimpici europei a Zagabria, siamo obbligati a fare la giunta straordinaria mercoledì perché lo statuto dice che abbiamo 48 ore dal momento della convocazione - prosegue -. Non so quanto Tavecchio abbia ascoltato il mio consiglio però i fatti sono oggettivi, penso che se ci fosse solo un problema specifico con un consiglio federale completo, compatto e forte, presumibilmente ci sarebbero potute essere altre soluzioni finali però se in un contesto così eccezionale ti ritrovi con alcune componenti che prendono posizioni antagoniste, e ci aggiungi che due componenti (Lega di A e B) neanche esistono. Non è che serve uno scienziato per arrivare alla conclusione che avevo individuato".

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