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Schumacher, spunta l'intervista inedita

21 novembre 2018 | 17.28
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Ho sempre pensato: Non sono troppo bravo, devo lavorare di più, e questa è una delle chiavi che mi ha fatto diventare quello che sono diventato". Così sostiene Michael Schumacher in un'intervista inedita registrata il 30 ottobre 2013, alcune settimane prima di subire il fatale incidente sciistico. La famiglia del pilota tedesco infatti, che per cinque anni ha taciuto sul suo stato di salute, ha diffuso l'intervista solo ora, in occasione del suo 50° compleanno che ci sarà il prossimo 3 gennaio. Nell'intervista inedita il sette volte campione del mondo risponde alle domande dei tifosi su vari argomenti, finendo per rivelare, tra le altre cose, chi fossero i suoi rivali più forti ed il suo idolo da bambino.

Schumacher considera il primo successo con la Ferrari come il più speciale per ciò che significava per la casa di Maranello e per lui. "Il campionato più emozionante è stato senza dubbio nel 2000 con la Ferrari. Dopo 21 anni senza mondiale per la Ferrari e quattro anni per me senza successi, alla fine ho vinto la gara, una gara eccezionale a Suzuka, ed ho vinto il Mondiale", ha detto il tedesco che alla domanda su quale pilota rispetti di più, ha assicurato che Häkkinen è uno dei compagni con cui ha avuto il miglior rapporto, non solo in pista, ma anche al di fuori di essa. "Il ragazzo che ho rispettato di più in questi anni è Mika Häkkinen per le grandi battaglie e una relazione privata molto stabile", ha detto il campione.

Il 'Kaiser' ha parlato anche del suo idolo d'infanzia, anche se non era un pilota di Formula 1. "Da bambino, quando sui kart c'erano Ayrton Senna o Vincenzo Sospiri, che ammiravo molto perché era un buon pilota, il mio vero idolo era Toni Schumacher perché era un grande calciatore", ha assicurato il campione tedesco, sottolineando l'importanza di guardare gli altri per crescere come pilota. "Per sviluppare te stesso e fare dei passi avanti, non solo devi guardare la macchina, devi guardare te stesso, gli altri piloti, non solo quelli davanti a te, ma li devi guardare tutti, e l'ho fatto, perché tutti hanno qualcosa di speciale che voglio sapere", ha detto Schumacher.

"La Formula 1 è molto dura, anche se prima lo era molto di più", ha inoltre ammesso il pilota tedesco, sostenendo che è ancora "uno degli sport più difficili che si possono fare, quindi è necessaria moltissima preparazione". Dopo aver battuto tutti i record, Schumacher ha però saputo mantenere i piedi per terra cercando sempre di superarsi. "I record sono una cosa, i dubbi penso siano molto importanti per non avere troppa fiducia, essere scettici e cercare miglioramenti e fare il passo successivo. Ho sempre pensato: Non sono troppo bravo, devo lavorare di più, e questa è una delle chiavi che mi ha fatto diventare quello che sono diventato", ha spiegato l'ex pilota della Ferrari. Secondo il pilota tedesco, inoltre, il lavoro di squadra è fondamentale: "Il successo in ogni situazione della vita, almeno da quello che so, ha a che fare con il lavoro di squadra".

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