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Paura per Beppe Signori

26 gennaio 2019 | 08.30
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(Foto Fotogramma/Ipa)
(Foto Fotogramma/Ipa)

Ha trascorso cinque giorni in terapia intensiva cardiologica Beppe Signori a causa di un'embolia polmonare. E' di due giorni fa il post su Instagram in cui scriveva, accanto a un grande cuore rosso: "Il mio cuore ed io ringraziamo gli amici Mario Lima, Gianni Marmi e Giovanni Sisca, Prof. Stefano Nava e Prof. Claudio Rapezzi, Dort.ssa Filomena Carfagnini, Dott. Stefano Pancaldi e tutto lo staff dell’UTIC del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi Bologna. Grazie". Poi l'intervista al 'Resto del Carlino' in cui l’ex bomber rossoblù spiega cosa gli è accaduto affermando di stare meglio ora.

"Mi sentivo la tachicardia e poi ero affaticato, non stavo bene: da sportivo ho capito che c’era qualcosa che non andava, soprattutto perché non ho mai avuto problemi. Così mi sono rivolto al professor Lima, che è un mio amico", ha raccontato vice campione del mondo con la Nazionale nel 1994 ed ex attaccante del Bologna dalla stagione 1998-99 a quella 2003-2004 che dice di ritenersi "fortunato per come è andata". "Negli ambulatori della Pneumologia si è compreso che avevo un’embolia polmonare, il cuore faceva 160 battiti al minuto, quando uno sportivo è attorno ai 50. Insomma, ero a rischio di infarto. E dalla visita sono finito direttamente nella terapia intensiva cardiologica, dove sono rimasto cinque giorni", aggiunge.

"Tutti diventiamo vulnerabili dopo i cinquant’anni e io a febbraio ne compio 51 – ammette Signori –, ma certamente dal 2011 a oggi le vicende giudiziarie hanno avuto un peso, a cui aggiungerei anche il fumo".

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