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La protesta del latte

09 febbraio 2019 | 14.37
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(AdnKronos)
(AdnKronos)

Terza giornata di lotta per i pastori della Sardegna per rivendicare un prezzo equo del latte ovino. Decine di migliaia di litri di latte sono stati riversati ance oggi sulle strade, bloccate autocisterne sulla Statale 131, centri commerciali, caseifici industriali, centri di riferimento agricoli. La protesta inizia alle prime luci dell'alba al porto di Olbia, quando i carabinieri scortano due autocisterne vuote provenienti da Livorno, dopo aver appreso da attività di intelligence che sarebbero potute essere obiettivi dei manifestanti. Ne sbarcano sette tra Olbia e Golfo Aranci. Una di queste è carica di latte ovino destinato a un'industria di trasformazione a Thiesi (Ss), nel caseificio 'Fratelli Pinna', una delle realtà industriali più importanti in Sardegna. Ma ci sono i poliziotti del Reparto Mobile 'Sardegna', quelli della Questura di Sassari e la manifestazione si svolge senza incidenti.

Quella dei pastori vuole essere una protesta pacifica "senza politici, candidati alla regionali e organizzazioni di categoria. Ci hanno umiliato, ci hanno deriso per trent'anni, ora vogliamo la nostra dignità" dicono ad Asseminello, il Centro sportivo del Cagliari Calcio. Qui circa 200 pastori con le loro famiglie tentano di bloccare i giocatori in partenza per Milano. C'è una trattativa con la Polizia e con il Dg rossoblù, poi escono Maran e i giocatori, che ascoltano le ragioni dei pastori che gettando per terra decine di litri di latte insieme a loro. Poi la squadra riesce a raggiungere l'aeroporto e parte per Milano.

Anche qui la protesta è pacifica, come in tutta l'Isola. Ma sono migliaia di litri di latte che tingono di bianco le strade della Barbagia, del Sulcis, del Campidano, del Cagliaritano, del Sassarese e della Gallura mentre su Whatsapp corrono centinaia di filmati, audio e messaggi che immortalano le azioni di protesta dei pastori e delle loro famiglie. Non esiste un'organizzazione, non esistono capi, il movimento è spontaneo, e si attiva all'improvviso con un tam tam sui gruppi Whatsapp, Telegram e Messenger. Sono coinvolte spontaneamente le organizzazioni artigiane, le scuole agrarie, i rivenditori di mangimi, nelle piazze c'è la gente comune che dà sostegno alla lotta.

"Ci sono famiglie che non possono pagare l'abbonamento dell'autobus, comprare i quaderni ai loro figli", urlano con rabbia i pastori. "Non ne possiamo più, ci hanno rubato la dignità". Le Questure e i Comandi provinciali dei Carabinieri monitorano la situazione con discrezione, calmando gli animi. "Non ce l'abbiamo con voi, ci mettono sempre contro, noi contro di voi - ha detto un pastore in lacrime ad un poliziotto - mentre loro (gli industriali, ndr) se ne stanno lontani, al riparo. Poi siamo noi a prendere i colpi". Domani la protesta continua in tutta la Sardegna e lunedì pomeriggio arriverà a Cagliari il premier Giuseppe Conte al quale i pastori vogliono esternare il loro dramma.

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