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Povero Diavolo, crisi Milan senza fine

30 settembre 2019 | 06.44
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(Fotogramma)
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Il Milan sprofonda ma va avanti con Marco Giampaolo. L’allenatore resiste (per ora) sulla panchina rossonera dopo il disastroso ko interno con la Fiorentina (1-3), il quarto passo falso in sei partite. Una crisi totale, in un’annata già complicata dall’esclusione dalle coppe e dal decollo dei cugini dell’Inter, primi a punteggio pieno. “I nostri tifosi sono abituati a ben altro e sono giustificati se contestano. Io mi assumo le mie responsabilità ma vado avanti, sono convinto delle mie idee”, dice Giampaolo a Sky Sport.

"Per quello che si è visto in campo -aggiunge- sembrava che non avessimo mai fatto un allenamento insieme e questa è la cosa che mi dà più fastidio". Ai microfoni, in rappresentanza della società, si presenta Paolo Maldini. “L’allenatore è stata una scelta tecnica condivisa e la difenderemo”, esordisce la bandiera.

Quattro sconfitte in sei partite sono tante e la qualità del gioco non è quella che ci aspettavamo. Sembrerebbe non esserci una via di uscita, dobbiamo lavorare per migliorare. Sapevamo che qualcosa avremmo pagato a livello di personalità dopo aver puntato su un gruppo giovane. Sì gioca con una maglia molto pesante in uno stadio come San Siro e questo influisce”, aggiunge. Di chi sono le responsabilità?

“La colpa è della società, la colpa è della squadra e la colpa è dell’allenatore. Non c’è bisogno di troppe parole: sembra tutto perso ma sappiamo che le situazioni possono essere ribaltate in un attimo. Certo, l’involuzione a livello di gioco c’è”. Quindi, un messaggio a tutto lo spogliatoio: “Il calcio non può essere limitato ad un numero, ad un modulo o ad un’idea. Bisogna essere pronti a capire cosa serve. È un discorso che non si riferisce solo all’allenatore ma anche ai giocatori che, seppur giovani, hanno esperienza”.

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