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Ettore Messina: "Ho ritrovato Paese senza etica e sfiduciato"

03 dicembre 2019 | 13.37
LETTURA: 3 minuti

L'ex ct azzurro è tornato in Italia dopo 5 anni passati in Nba con i San Antonio Spurs

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Non voglio fare sociologia di basso livello, ma vedo gente arrabbiata, in difficoltà economica, non rappresentata dalla classe politica, in attesa di soluzioni che tardano ogni volta. Purtroppo la nostra etica è andata a farsi benedire e per ogni 'sì' c’è sempre un 'ma'". E' la fotografia dell'Italia scattata da Ettore Messina, attuale coach e presidente dell’Armani Milano, tornato nel Belpaese dopo 5 stagioni nello staff tecnico dei San Antonio Spurs in Nba.

"Cosa fare? Difficile dirlo. Io sono un privilegiato, ma devo almeno svolgere il mio ruolo con serietà e professionalità, come contributo di solidarietà verso chi non è fortunato come me -prosegue Messina in una intervista a 'La Stampa-. Se mi piacciono le 'sardine'? A pelle sì, mi sono simpatiche. Ma non devono commettere l’errore di cedere alle facili strumentalizzazioni".

Parlando di campo, Messina racconta il suo impatto a Milano dopo gli States. "Non sapevo che cosa aspettarmi, né volevo fidarmi dei 'sentito dire'. Ma sono molto contento delle persone che mi circondano, in campo e fuori. Parlare bene del signor Armani è pleonastico, però è stata davvero molto soddisfacente anche l’accoglienza che ho ricevuto". I risultati sono "oltre le attese in Eurolega, un paio di sconfitte di troppo invece in serie A. Ma dividersi tra campionato e coppa è difficile per tutti, vedi anche Real, Cska o Fenerbahce. Ci sta di lasciare qualcosa per strada".

A una domanda sui campioni da 'rilanciare', Messina parla del caso Balotelli. "Non conosco bene il suo caso, ma persino un maestro come Popovic -coach di San Antonio- dice che 'certi atleti sono quello che sono e non puoi cambiarli'. Devi accettarlo", prosegue Messina. "Meglio l’Eurolega o la Nba? Splendide e utili entrambe, ma diversissime. L’importante e che l’una non cerchi di scimmiottare l’altra".

Capitolo Nazionale: tra l’Italia e i Giochi di Tokyo c’è il Preolimpico di giugno in casa della corazzata Serbia. Messina parla delle chance azzurre. "Sulla carta sembra una missione impossibile, per questo è ancora più intrigante". E sulla ricerca di talenti azzurri anche nei college Usa precisa, "Se lo fanno vuol dire che è possibile e probabilmente utile. Non sta a me giudicare. Italia 13esima nel ranking? Il campo non mente mai. Purtroppo è quella la classifica che ci siamo costruiti negli ultimi anni e che meritiamo".

Quindici anni fa l'Italia arrivò seconda ai Giochi olimpici di Atene. "Le cause sono tante. Ne dico soltanto una, emblematica: anni fa la Lega italiana stabilì che le squadre di vertice potevano anche non avere un settore giovanile. Questo è il risultato. Un problema la carenza di vivai? Anche. I ragazzi di oggi sono molto meno sicuri anche nella vita di tutti i giorni rispetto a 40-50anni fa e hanno un sacco di dubbi, alimentati da una società che non li aiuta. In Italia poi lo sport nelle scuole è un disastro. Partire da lì sarebbe già un passo importante".

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