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Insulti razzisti su social, giovane giocatore sospeso da società

07 luglio 2020 | 16.24
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Un “gravissimo episodio”. Così il Monregale Calcio, società dilettantistica del cuneese con una nota su Facebook si dissocia dalle affermazioni razziste e sessiste pronunciate da un suo tesserato in un video pubblicato sui social diventato in poche ore virale nel quale il giovane rivolge epiteti offensivi nei confronti di una donna, con ogni probabilità straniera.

“La Monregale ha condannato tale episodio, pur non avendo alcuna rilevanza con l’attività sportiva, ma essendo contrario ai nostri valori etici - prosegue la societa’ - e ha fatto quel che poteva, cioè sospendere immediatamente il ragazzo da ogni attività sportiva, sospensione che è tuttora in essere, in attesa di conoscere quali siano i limiti sanzionatori possibili (abbiamo chiesto, a questo scopo, un parere ad un esperto di diritto sportivo, di cui siamo tuttora in attesa), dopodiché emetteremo il provvedimento disciplinare definitivo”

“Siamo una società piccola, ma nel nostro piccolo abbiamo sempre creduto nel valore sociale dello sport e dell’inclusione. Da sempre giocano per noi centinaia di ragazzi, italiani e stranieri, senza aver mai operato alcuna discriminazione. E ce ne facciamo un vanto”, continua il Monregale Calcio che osserva: “non possiamo tollerare che venga danneggiata (non solo nell’immagine, ma anche economicamente, mettendo a rischio la sua sopravvivenza) una società che ha un ruolo riconosciuto come fondamentale proprio per l’inclusione, nelle nostre zone”.

'Non siamo e non saremo mai razzisti. C’è stato però chi ha insinuato il contrario, scatenando una vera e propria ondata di insulti e minacce contro di noi, i nostri amici e chi ci aiuta a andare avanti, per cui abbiamo provveduto a sporgere denuncia, per tutelarci e per ottenere giustizia nei confronti di chi continui ingiustamente a offenderci”, conclude la società che precisa “tutto questo non riuscirà comunque a impedirci di proseguire nella nostra attività, al servizio dei giovani e dello sport”.

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