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Sport, legge delega: Spadafora scrive a Malagò

25 settembre 2020 | 10.09
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A quanto apprende l'Adnkronos, il ministro ha spedito la missiva anche ai parlamentari che seguono l'iter: "Richieste fuori legge delega, proteste nascono da limite mandati"

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Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, ieri sera ha spedito una lettera, a quanto apprende l'Adnkronos, sia al presidente del Coni, Giovanni Malagò che ai parlamentari che seguono la legge delega, in risposta al documento del Coni e delle federazioni sul testo unico della legge di riforma dello sport.

"Devo osservare che molte delle richieste formulate esulano dai criteri e dai principi direttivi contenuti nella legge n. 86/2019 che, nell'esercizio della potestà delegata al parlamento, il Governo è tenuto rigorosamente a rispettare", scrive il ministro nella lettera visionata dall'Adnkronos. "Sorprende che, a fronte di una bozza composta da 226 articoli, il documento approvato non esponga il pur minimo elemento di condivisione. Eppure sia il Coni che le federazioni e gli Enti di Promozione Sportiva hanno partecipato ai lavori e molte delle richieste avanzate sono state raccolte", aggiunge Spadafora.

"Il dubbio che la risolutezza e la negatività dei giudizi possano dipendere dalle scelte che la bozza di Testo Unico introduce rispetto a temi sensibili quali il rinnovamento della governance degli organismi sportivi, pare, purtroppo, più che ragionevole", prosegue il ministro dello sport facendo riferimento al limite dei mandati delle cariche sportive.

"D'altronde, negli ultimi mesi ho personalmente potuto constatare quale fosse la cifra delle preoccupazioni della classe dirigente che mi è sembrata in molte circostanze poco restia al cambiamento e all'apertura verso nuovi equilibri", sottolinea ancora Spadafora. "Sorge altresì il dubbio che le riflessioni che hanno preceduto l'approvazione del documento possano essere maturate in un clima dialettico interno non del tutto sereno".

"Il documento trova spazio, invece, per altre richieste, certamente legittime, certamente auspicabili, che, tuttavia, nel contesto del tema i discussione risultano distoniche, anche rispetto alla prevista clausola dell'invarianza di spesa. Mi riferisco alle istanze del 'raddoppio' dell'attuale cifra prevista dal finanziamento allo sport e all'assunzione di 12mila laureati in scienza e tecnica delle attività motorie e/o dello sport. Credo - aggiunge Spadafora - occorra ragionare in termini più rigorosi ed in modo non disancorato dai previsti vincoli di finanza pubblica e dalla oggettiva considerazione della fase di difficoltà che il Paese sta attraversando".

"Il richiamo al mancato rispetto della Carta Olimpica - continua Spadafora nella missiva -, mi appare ingeneroso: l'osservanza del principio dell'autonomia dell'ordinamento sportivo è stato ed è uno dei pilastri su cui si fonda la bozza del provvedimento di riforma. Un principio che non è mai stato messo in discussione, né formalmente, né sostanzialmente, in alcuna delle fasi negoziali del processo di elaborazione normativa ormai prossimo alla conclusione".

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