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Il caso

Sposini, 8 anni di risposte mancate

04 aprile 2019 | 12.26
LETTURA: 3 minuti

Dopo l'emorragia cerebrale, la famiglia aspetta un risarcimento dalla Rai, che tace

Mara Venier e Lamberto Sposini (Ipa/Fotogramma)
Mara Venier e Lamberto Sposini (Ipa/Fotogramma)

Sono passati otto lunghissimi anni da quando la vita di Lamberto Sposini è cambiata totalmente. Un ictus e una conseguente emorragia cerebrale, prima di andare in onda, hanno colpito il giornalista che allora lavorava in Rai. Da allora è iniziata una battaglia legale in cui i suoi familiari vogliono accertare i ritardi e le negligenze del servizio pubblico. In quella situazione, racconta l'avvocato di Sposini Bruno Tassone il 118 sarebbe dovuto arrivare in pochi minuti, ne sono passati cinquanta prima che il giornalista venisse soccorso.

Dopo la sentenza di primo grado del 2015, che scaricava di ogni colpa la tv pubblica, impugnata, il 21 maggio i giudici d'appello proveranno ancora una volta a fare luce sulla vicenda, specie sulla decisione circa l'ospedale in cui trasportare il giornalista.

Si attendono risposte quindi, le attendono l'ex compagna, la figlia, le attende lui. Attendono anche che dai vertici Rai arrivi un accordo extragiudiziale per un risarcimento, ma niente: tutto tace. Si tratterebbe di 350mila euro a fronte di 11 milioni chiesti in precedenza.

A quanto apprende l'Adnkronos, ogni decisione in merito sarà presa dalla Rai solo dopo gli ulteriori sviluppi della vicenda giudiziaria.

"Sposini ha dato molto alla Rai, anche sul fronte dell'informazione sportiva, alla Tgr e al Tg1; anche se non voglio entrare nelle logiche di altre aziende mi sarei aspettato un atteggiamento diverso da parte della Rai perchè Lamberto lo merita davvero". Clemente Mimun, direttore del Tg5 dove ha lavorato insieme a Lamberto Sposini, commenta così all'Adnkronos l'empasse in cui si trova la vicenda giudiziaria tra quest'ultimo e la Rai.

"Il caso Sposini continua ad essere una macchia sull’operato della Rai. L’amministratore delegato Salini e i consiglieri di amministrazione che aspettano a intervenire affinché all’ex conduttore e ai suoi familiari venga data risposta?". E' quanto scrive su Facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. "Perché la Rai non risponde a Sposini? Già quattro anni fa, dopo la sentenza di primo grado che non aveva riconosciuto il risarcimento, mi interessai alla questione chiedendo all’allora Cda che la questione non finisse a carte bollate, peraltro a spese dei cittadini- ha continuato il deputato Pd- All’epoca c’erano state rassicurazioni, la presidente di allora Maggioni è ancora un’importante dirigente del servizio pubblico, alcuni consiglieri di allora sono ancora oggi nel Cda come la consigliera Borioni, lo stesso ex direttore generale Orfeo: tutti potrebbero sensibilizzare Salini e riassumergli le rassicurazioni che pubblicamente e privatamente avevano dato al Pd sul fatto che avrebbero seguito la cosa, soprattutto dal punto di vista umano nei confronti di un collega, il cui valore professionale è stato sempre unanimemente riconosciuto. Perché nessuno interviene affinché questa storia, che rappresenta anche un danno di immagine per la Rai, trovi finalmente una conclusione positiva?"

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