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Squinzi a governo: ora fate riforme, non deludeteci

29 maggio 2014 | 14.39
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Squinzi a governo: ora fate riforme, non deludeteci

Roma, 29 mag. (Labitalia) - "Sulla scheda uscita dall'urna c'è scritto: fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci". E' l'appello che il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, lancia al governo Renzi dal palco dell'assemblea, dove parla anche di crisi, lavoro e imprese.

"La nostra disponibilità è immutata e completa. L'azione vivace dell'inizio e un risultato straordinario, come questo del voto, ci fanno sperare che la stagione delle riforme istituzionali adesso parta per davvero", dice rinnovando la fiducia al governo Renzi. "Senza riforme - avverte - è impossibile agganciare la crescita. Occorre stabilità per fare le riforme perchè queste innescano la crescita e con la crescita viene il lavoro". per Squinzi, "è arrivato il momento di un'Italia nuova", per questo servono riforme che "rendano l'Italia più leggera e semplice, trasparente, capace di tornare a volare come è stato nel secondo dopoguerra e come è nei nostri mezzi". "Qui entra in gioco la politica, la sua crisi corrente, la fragilità della democrazia rappresentativa come noi l'abbiamo sempre intesa", evidenzia Squinzi.

"Oggi la democrazia diretta, l'esposizione mediatica mobilitano passioni, soddisfano ambizioni personali, forniscono gratificazioni che il tradizionale e paziente lavoro della democrazia rappresentativa non è forse più in grado di offrire", sottolinea Squinzi. "Da quando - denuncia - le scelte e le azioni della politica sono apparse inadeguate ai cambiamenti, è prevalso il leaderismo. Inevitabilmente ciò ha progressivamente logorato il ruolo dei rappresentanti e con esso della rappresentanza stessa". E' questa, incalza il presidente degli industriali, "la attuale, grande questione della politica, in Europa e nel nostro Paese, che ha radici profonde nella separazione tra i fatti, i progetti, in altri termini la realtà e la politica". Una separazione che potrà essere superata, avverte, "solo se sapremo, in un momento delicato della nostra storia come questo, ricongiungere gli impegni presi con la loro realizzazione concreta".

"In Italia il nemico non è l'Europa. Non lo è mai Stato. La conservazione è l'invisibile muro da abbattere", avverte ancora, evidenziando che "non a caso gli elettori hanno messo un chiaro timbro filoeuropeo al voto". "Bisogna avere il coraggio di fare politiche di bilancio diverse rispetto al passato", dice ancora, convinto che serve "una radicale messa in efficienza della Pa, riportando la pressione fiscale a livelli accettabili". E il presidente di Confindustria ricorre a Tacito per descrivere il cancro della corruzione. "Una repubblica corrotta ha bisogno di moltissime leggi", scriveva lo storico negli Annali. "Era il 112 dopo Cristo", ricorda il numero uno di Viale dell'Astronomia, aggiungendo: "Sono cadute le barriere ideologiche, si sono aperti i mercati, la rivoluzione digitale velocizza e mette trasparenza, faremo le fatture elettroniche. Eppure - osserva - il muro invisibile di cui scriveva Tacito è ancora lì. Dobbiamo fare di tutto per abbatterlo".

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