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Stadio Roma, a rischio processo Parnasi e altri 19

30 ottobre 2018 | 11.48
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

La Procura di Roma ha chiuso l’indagine sul nuovo stadio della Roma che lo scorso 13 giugno ha portato a nove arresti. A rischio processo ci sono venti persone, fra cui il costruttore Luca Parnasi, ‘protagonista’ dell'inchiesta sul nuovo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle; cinque suoi stretti collaboratori: Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Luca Caporilli. E Luca Lanzalone, ex presidente di Acea, l’uomo che a inizio 2017 faceva da referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con  la società Eurnova per la costruzione del nuovo impianto sportivo e che lo stesso Parnasi definiva ‘Wolf’, come il noto ‘risolvi-problemi’ interpretato da Harvey Keitel nel film Pulp Fiction.

Nell’inchiesta della Procura di Roma, a rischiare il processo sono finiti anche politici tra cui Adriano Palozzi, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale e attuale consigliere del Pd, Davide Bordoni, consigliere capitolino di Forza  Italia e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.

Quella del costruttore Parnasi e dei suoi cinque collaboratori era una associazione a delinquere nata con l'obiettivo di "commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all'operatività del sodalizio", si legge nell'avviso di conclusione delle indagini. Secondo i pm, Parnasi, "capo ed organizzatore" dell'associazione a delinquere di cui facevano parte Caporilli, Mangosi, Zaffiri, Talone e Contasta avrebbero "avvicinato pubblici ufficiali" e "compiuto operazioni di intermediazione illecita" con la "promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità". 

Lanzalone, avvocato genovese vicino al M5S chiamato dalla sindaca di Raggi della presidenza di Acea, che si trova ancora agli arresti domiciliari, rischia di finire sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite: finora era finito sotto la lente della Procura capitolina per il suo ruolo di referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con la società Eurnova di Parnasi per la costruzione del nuovo impianto sportivo. Ora però per i pm, quello che Parnasi chiamava 'mister Wolf, il risolvi-problemi', riceveva soldi e altre utilità anche in qualità di presidente di Acea.  In particolare, si legge nel provvedimento di chiusura di indagine, "Parnasi prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, lucrosi incarichi in favore del suo studio legale" come contropartita "per lo svolgimento della sua funzione, rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all'intero iter procedurale relative al nuovo stadio della Roma, interessandosi per l'acquisizione di un immobile presso il Business park dello stadio dove trasferire la sede Acea". Per i pm inoltre, "Lanzalone riceve importanti incarichi" in favore del suo studio legale da Fabio Serini  per ottenere dall'avvocato genovese "utilità consistite nell'intervento presso al sindaca Raggi (estranea ai fatti ndr) per la sua nomina quale commissario straordinario dell'Ipa, l'istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti capitolini, e "per la proroga della stessa nomina alla scadenza annuale".

A rischio processo figurano anche Claudio Santini, ex capo di gabinetto al Mibac e l'architetto Paolo Desideri, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, assessore allo sport del X Municipio, Fabio Serini, commissario straordinario dell'Ipa, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, Stefano Sonzogni e Mariangela Masi. 

La parte dei finanziamenti dati dal costruttore Luca Parnasi a fondazioni e partiti è stralciata dai pm capitolini. Si indaga in particolare su 150mila euro dati dall'imprenditore alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, e sui 250mila arrivati all'associazione Più Voci, vicina alla Lega. In questo filone è inclusa la posizione dell'ex capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento a seguito dell'inchiesta nella quale è stato iscritto per aver ricevuto presunti favori da Parnasi. Tra i nomi per i quali i pm hanno già invece chiesto l'archiviazione ci sono il presidente del Coni, Giovanni Malagò e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva.

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