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Ginecologo Giorlandino arrestato per stalking verso la sorella

13 aprile 2015 | 12.56
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Contrasti con Mariastella, titolare di Artemisia Lab. La donna scomparve a giugno e poi fu rintracciata a Pompei. Oltre al professionista, che respinge ogni accusa, sono stati colpiti da misura cautelare anche un avvocato e tre appartenenti alle forze dell'ordine. Dai familiari del medico 'serenità e stupore', la prima preoccupazione del ginecologo è per le sue pazienti

Ginecologo Giorlandino arrestato per stalking verso la sorella

Il ginecologo Claudio Giorlandino è finito agli arresti domiciliari per stalking nei confronti della sorella, Mariastella, l'imprenditrice 60enne titolare di Artemisia Lab, e del cognato. Sono stati i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Roma Eur a eseguire una misura cautelare a carico di cinque persone, indagate a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di atti persecutori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Tre degli indagati sono ai domiciliari mentre ai restanti due è stato imposto il divieto di avvicinamento alle parti offese. Da quanto emerso dalle indagini, il ginecologo, si sarebbe avvalso degli altri indagati, un avvocato e tre appartenenti alle forze dell’ordine, per compiere atti persecutori nell'ambito di una controversia sulla gestione dell’attività imprenditoriale di famiglia.

Già nei mesi scorsi si era parlato dei contrasti tra i due fratelli, insorti dopo la morte del padre fondatore dei centri, e a giugno scorso Mariastella Giorlandino era scomparsa e poi rintracciata a Pompei. Dopo le denunce presentate dalla donna, il fratello Claudio era stato indagato per stalking. Oggi l'arresto.

Agli arresti domiciliari, oltre al ginecologo Claudio Giorlandino, sono finiti il brigadiere dei carabinieri Biagio Di Mauro, carabiniere già capo della scorta fino a poco tempo fa del presidente del Copasir, nonché il praticante avvocato Antonio Mercuri. Questi, alle dipendenze della Regione Lazio, è stato da tempo distaccato presso il Comune di Roma. Come indagati ci sono poi le guardie carcerarie Pietro Pacillo e Fernando Mecchia, e l'appuntato scelto dei carabinieri Antonio Cariello, in servizio presso la Compagnia dei carabinieri di Ostia.

Le accuse ipotizzate dal gip Paola Della Monica, su richiesta del pubblico ministero Mario Dovinola, sono quelle di stalking, rivelazione di segreto d'ufficio e corruzione. L'accusa di stalking è stata ipotizzata dal magistrato per tutte le persone coinvolte nella vicenda. In particolare, secondo le conclusioni del gip, "in concorso tra loro con condotte reiterate hanno minacciato e molestato i coniugi Mariastella Giorlandino e Carlo De Martino procurando loro uno stato d'ansia perdurante e paura per la propria incolumità e costringendoli a cambiare le proprie abitudini di vita". L'accusa di corruzione è stata contestata al brigadiere Di Mauro e a Giorlandino. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, quest'ultimo avrebbe dato al sottufficiale dei carabinieri circa 4.000 euro "per svolgere atti contrari ai suoi doveri d'ufficio". La vicenda cominciò nel novembre del 2011, quando tra Giorlandino e la sorella intervenne un accordo per dividere le attività imprenditoriali della società Artemisia che era stata sempre amministrata congiuntamente.

Respinge ogni accusa il ginecologo Claudio Giorlandino. In una nota diffusa dai suoi legali, gli avvocati Maria Teresa Napolitano e Riccardo Olivo, il noto ginecologo fa sapere che "chiarirà la sua posizione già all'interrogatorio di garanzia dinanzi al Gip". "La vicenda - ricordano i legali - si inserisce in un contesto più ampio, riguardante questioni patrimoniali ad oggi oggetto di procedimenti dinanzi al tribunale civile di Roma". Stamani era stata eseguita un'ordinanza, nei confronti di Giorlandino, "nella forma di arresti domiciliari per una presunta attività di stalking denunciata dalla sorella Mariastella Giorlandino".

C'è "serenità, ma anche stupore" tra le persone più vicine al ginecologo Claudio Giorlandino. A quanto apprende l'Adnkronos Salute i carabinieri si sono presentati nella casa romana del medico, che ha fatto sapere di respingere ogni accusa, alle 5 della mattina. Tra i familiari e lo stesso medico prevale in queste ore la fiducia nella giustizia e la speranza che "tutto possa risolversi il prima possibile", anche perché "il primo pensiero" di Giorlandino è rivolto alle pazienti, molte delle quali in attesa. "Preoccupazione per la vicenda, ma anche fiducia nel fatto che si possa far luce piena" e restituire il medico alla sua attività sono i sentimenti che animano i familiari del medico, stupiti anche per il fatto che una lite tra fratelli, "come ce ne sono tante", sia arrivata a questo punto.

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