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Stamina, due nuove ordinanze: gli Spedali di Brescia cercano medici per infusioni

24 giugno 2014 | 15.10
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Il tribunale di Catania ordina cure, anche con soggetti esterni all’organico dell’ospedale, per due pazienti: si tratta di una bambina e un adulto

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Sono in tutto tre le ordinanze che in questo momento impongono agli Spedali Civili di Brescia di cercare medici anche all’esterno dell’azienda ospedaliera per adempiere alla somministrazione delle infusioni Stamina per altrettanti pazienti. Altre due ordinanze arrivate sul tavolo del direttore generale dell’ospedale lombardo, Ezio Belleri, sono infatti antecedenti al provvedimento firmato dai giudici di Venezia per la piccola Celeste Carrer. Le ha emesse il tribunale di Catania per due pazienti, una bambina che è già fra i 34 malati presi in carico dall’ospedale, e un adulto in lista d’attesa. E proprio in relazione a questi due casi, dopo le valutazioni fatte nei giorni scorsi, i Civili annunciano la pubblicazione sul portale dell’azienda di un “avviso finalizzato ad acquisire la disponibilità da parte di soggetti esterni all’organico aziendale, ad effettuare la somministrazione del cosiddetto trattamento Stamina’’.

E’ dunque questa la strada scelta dall’ospedale per eseguire gli ordini dei giudici. Il tribunale di Catania, spiegano i Civili nell’avviso, “in presenza della decisione degli operatori dell’Ao di sospendere ogni loro collaborazione’’ per le infusioni preparate secondo il metodo proposto da Davide Vannoni “in attesa delle determinazioni del Comitato scientifico nominato dal ministero della Salute, ha ordinato all’azienda di provvedere alla somministrazione di detto trattamento con l’apporto di ‘soggetti esterni all’organico aziendale’, da individuare ‘anche tramite adeguati mezzi di informazione collettiva’’’.

Per dar seguito a quanto disposto, l’azienda nell’avviso comunica “la descrizione del profilo professionale degli operatori sanitari il cui apporto è stato ritenuto necessario’’ per praticare le infusioni “in condizioni di sicurezza e a salvaguardia della salute dei pazienti’’. Per l’attività di infusione si cerca dunque un medico anestesista rianimatore che dovrà sedare il malato. Nel caso del paziente in età minore lo specialista “dovrà essere in possesso di comprovata esperienza nella gestione di tali pazienti’’. Si cerca poi “un medico infusore con comprovata esperienza nella pratica di infusioni per via intratecale’’, e ancora un “operatore professionale collaboratore infermiere (nurse di sala operatoria)’’.

Per l’attività di carotaggio invece sarà necessaria la presenza in camera operatoria di “un medico anestesista rianimatore’’ per sedare il donatore, di un chirurgo ortopedico, di un “operatore professionale collaboratore infermiere (ferrista di sala operatoria) e di un operatore professionale collaboratore infermiere (nurse di sala operatoria)’’. Le eventuali dichiarazioni di disponibilità, precisano i Civili, “dovranno pervenire alla direzione sanitaria dell’azienda corredate di curriculum comprovante titoli ed esperienza pregressa, oltre che del nulla osta dell’azienda di appartenenza (solamente per il personale dipendente)’’.

Quanto all’esecuzione del provvedimento del tribunale di Venezia, “è tutta da valutare - spiega Belleri all’Adnkronos Salute - la possibilità di chiedere un’estensione della disponibilità e dunque di avvalersi degli stessi medici che eventualmente risponderanno all’avviso lanciato per gli altri due casi’’.

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