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Staminali: Aifa a commissione Lombardia, piu' di ordinanza non potevamo fare (3)

28 aprile 2014 | 18.39
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(Adnkronos Salute) - A Brescia dunque "non sapevano cosa iniettavano", ha fatto presente Pani. "Quello che succedeva nei laboratori della struttura sanitaria, dove operavano biologi di Stamina, nessuno lo sapeva. Ricordo anche che la somministrazione di una terapia con mancata efficacia è essa stessa considerata un evento avverso perché i pazienti vengono distolti da altri eventuali trattamenti. E questo ha un risvolto tragico per i malati".

Ma cosa sapeva la Regione Lombardia di quello che stava accadendo a Brescia? Pani ha ricordato di una email inviata nel 2012 dall'allora direttore generale dei Civili di Brescia anche all'attenzione dell'ex direttore generale Sanità Carlo Lucchina, già mostrata nelle precedenti audizioni da Belleri. Dopo che il caso Stamina è finito alla ribalta, fra Aifa e Regione Lombardia ci sono stati diversi contatti. "L'ultimo nostro chiarimento è stato inviato ad agosto 2013, all'assessore regionale alla Salute Mario Mantovani, dove si fa presente l'opportunità di sospendere i trattamenti, perché non rispettano le normative".

Quanto alle cartelle cliniche dei pazienti, Pani ha evidenziato che "ad oggi i lievi miglioramenti riferiti riguardano alcuni bambini e sono soggettivi, cioè osservati dai genitori, e nessuno può escludere che siano legati al fatto che questi bimbi crescono e, per fortuna, aumenta un po' la loro capacità motoria. La popolazione trattata con il metodo Stamina è comunque invalutabile". Nel resto del mondo, ha concluso Pani, "cose simili avvengono regolarmente e i governi chiudono le attività in questione e generalmente i responsabili vengono arrestati. Nella vicenda Stamina l'ostacolo è stato l'illusione della conoscenza. Anche veicolata dal mondo dell'informazione, dove Facebook ha prevalso su riviste come Nature e uno spettacolo televisivo di intrattenimento è stato messo allo stesso livello di Telethon e Aifa".

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