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Staminali: clonate prime embrionali da malato diabete

28 aprile 2014 | 19.18
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New York, 28 apr. (Adnkronos Salute) - Importante passo avanti verso la messa a punto di terapie cellulari personalizzate per battere malattie gravi e diffuse come il diabete. Utilizzando il trasferimento nucleare di cellule somatiche, la tecnica di clonazione usata per dar vita alla celebre pecora Dolly, un team di scienziati guidato da Dieter Egli del New York Stem Cell Foundation (NYSCF) Research Institute e da Mark Sauer del Columbia University Medical Center ha creato la prima linea di cellule staminali embrionali malattia-specifica con due serie di cromosomi. Cellule embrionali derivate da un adulto con diabete di tipo 1 e da un soggetto sano, che aprono la strada a una terapia cellulare personalizzata contro il diabete.

Nello studio, descritto su 'Nature', gli scienziati spiegano di aver aggiunto il nucleo di cellule adulte della pelle a ovociti non fecondati. In questo modo sono state create cellule staminali embrionali con due set di cromosomi, superando un problema incontrato già dallo stesso gruppo nel 2011. I ricercatori hanno oltrepassato l'ultimo ostacolo, ottenendo cellule staminali personalizzate che, dunque, possono essere utilizzate per sviluppare terapie cellulari su misura per ciascun paziente. La linea di cellule staminali embrionali possiede infatti due serie di cromosomi (stato diploide), il numero normale nelle cellule umane.

"Fin dall'inizio, l'obiettivo di questo lavoro era quello di creare cellule staminali paziente-specifiche da un soggetto umano adulto con diabete di tipo 1, che potessero dare origine alle cellule perse a causa della malattia", spiega Egli. "Ora siamo un passo più vicini a riuscire a trattare pazienti diabetici con le loro stesse cellule, in grado di produrre insulina". "Sono entusiasta di dire che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: creare cellule staminali specifiche da malati di diabete, attraverso il trasferimento nucleare di cellule somatiche", sottolinea Susan L. Solomon, Ceo e co-fondatore di NYSCF. "Sono stata coinvolta nella ricerca quando a mio figlio è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, e vedere i risultati di oggi mi fa sperare di arrivare un giorno ad avere una cura per questa malattia debilitante". (segue)

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