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Staminali: Dg Brescia, notificate 6 ordinanze ma ora infusioni impossibili

05 maggio 2014 | 19.14
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Brescia, 5 mag. (Adnkronos Salute) - "Oggi complessivamente ci sono state notificate 6 ordinanze" di tribunali che danno il via libera alle infusioni Stamina, "due relative a pazienti già in trattamento e 4 a pazienti non ancora in carico". A fare il punto è il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, incontrando i giornalisti al termine della manifestazione organizzata oggi dai sostenitori del metodo Stamina e dalle famiglie di alcuni malati, davanti all'azienda ospedaliera. Al momento, ribadisce però il Dg, "le infusioni purtroppo non possono riprendere per tante ragioni. Una è che la biologa di Stamina, Erica Molino, ha dato una disponibilità 'condizionata'" alla ripresa della sua attività. "Un'altra è che i clinici hanno mantenuto la loro decisione di non riprendere i trattamenti, così come hanno risposto negativamente anche tutti gli altri medici interpellati. Minimo 200".

"Ci sono già state preannunciate delle denunce - conferma Belleri - ma noi ribadiamo che abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per far sì che i trattamenti potessero riprendere. Ho la certezza di aver agito in assoluta buona fede e di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità e nell'interesse dei pazienti". Al momento, in ospedale ci sono due 'bambini Stamina'. Uno è il piccolo Daniele Tortorelli, malato di Niemann-Pick A: "E' in condizioni cliniche difficili - spiega il Dg - Ci è stato chiesto di valutarle, l'abbiamo fatto, ma questo non significa che verrà sottoposto a trattamento Stamina. E' stato comunque ricoverato e verrà sicuramente gestito nell'ambito dell'attività ordinaria che si garantisce a ogni cittadino". Il secondo bimbo è "un altro paziente che si è presentato in pronto soccorso, ora in fase di accertamento". Belleri precisa infatti che, "durante il colloquio di questa mattina con i legali che rappresentavano i pazienti, l'azienda si è resa disponibile, se ritenuto necessario dai familiari, a verificare le condizioni cliniche dei bambini per appurare che fossero in condizioni di tornare a casa".

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