Milano, 2 mag. (Adnkronos Salute) - "Lunedì sarò davanti agli Spedali Civili di Brescia. Abbiamo in mano un'ordinanza forte del giudice di Marsala che impone le infusioni per mio figlio Gioele. Se i medici dell'ospedale continueranno a rifiutarsi, chiameremo i carabinieri. Siamo pronti a tutto, anche a chiedere l'intervento di un medico esterno per somministrare i trattamenti Stamina". Il vice presidente della Fondazione "Marino Andolina ha dato la sua disponibilità e sarà lì, non si è mai tirato indietro". Si ribadisce "determinato" e "disposto a seguire ogni strada possibile" Antonio Genova, papà di Gioele, il bimbo malato di Sma1 per il quale è stato sancito l'obbligo di somministrare le infusioni entro il 5 maggio, per effetto di un'ordinanza "immediatamente esecutiva".
Genova è in attesa di sapere. Le variabili in gioco perché il figlio ottenga l'infusione preparata secondo il metodo Stamina sono tante. Su tutte, la presenza di medici disponibili a procedere con i trattamenti. In queste ore Brescia dovrebbe sciogliere le riserve su come intende muoversi. Ma i camici bianchi dell'ospedale hanno comunicato ormai un mese fa la decisione di non somministrare più i trattamenti Stamina e, secondo la direzione dei Civili, non hanno mai cambiato idea. Se lunedì dovessero rifiutarsi anche davanti all'ordinanza, le cose si complicherebbero. Stamina, da parte sua, ha annunciato che la biologa Erica Molino ci sarà. Ma per il piccolo Gioele si pone anche il problema del viaggio. "Abbiamo chiesto l'intervento della Protezione Civile per far volare il bambino fino a Brescia, ma ancora adesso non sappiamo se sarà possibile. Nessuno si è fatto vivo - spiega Genova all'Adnkronos Salute - In ogni caso io sarò a Brescia, con o senza Gioele, e farò di tutto perché il diritto di mio figlio venga rispettato". (segue)