Barcellona, 14 feb. (Adnkronos Salute) - Terapie come quella messa a punto da Davide Vannoni "dovrebbero essere somministrate solo nel quadro di una sperimentazione clinica. Al di fuori di un trial non c'è motivo di sostenere" un'opzione come il metodo Stamina. E' il parere di Alan Thompson, preside della Facoltà di Scienze del cervello all'Ucl Institute of Neurology di Londra, intervenuto a Barcellona a un media briefing organizzato da Novartis in occasione del convegno 'Brai.Ns 2014'. "E' comprensibile - aggiunge l'esperto - il voler ricorrere all'uso 'compassionevole' di un trattamento, ma ci deve comunque essere un certo livello di evidenzia di efficacia. Non dico un livello alto, ma un qualche livello".
Anche per Thompson è importante "la trasparenza. Altrimenti la situazione diventa preoccupante. Abbiamo avuto casi del genere anche in Irlanda, a Cork, e in Olanda. Ma in quel caso i trattamenti sono stati interrotti, perchè si è scoperto che le cellule utilizzate non erano nemmeno adatte per l'impiego sull'uomo. D'altro canto, il rischio che si corre in questi casi è che tutto il comparto di ricerca sulle cellule staminali si crei una cattiva reputazione, mentre invece io credo che sia un settore molto promettente. Attualmente, però, non è provato che" le cellule staminali "siano efficaci e ci sono pochi e piccoli studi. Quello che sta cercando di fare, ad esempio, il professor Antonio Uccelli a Genova è di unire i dati di vari centri per avere una popolazione di malati di sclerosi multipla più ampia, per avere una risposta robusta".