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Staminali: neurologo, da terapie della speranza piu' danni che benefici (2)

11 marzo 2014 | 15.12
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(Adnkronos Salute) - Al momento, ricorda Martino, in medicina le staminali sono una realtà "solo in due ambiti specifici: i trapianti per malattie oncoematologiche come la leucemia (1 milione di interventi nel mondo nel 2012) e i trapianti di pelle e di cornea. Per tutto il resto, patologie neurologiche comprese, non c'è nulla di consolidato, ma solo indicazioni sperimentali". A livello internazionale, in campo neurologico "quello che si sta facendo oggi è trapiantare con staminali neurali pazienti con traumi spinali, Sla, Parkinson, alcuni tumori cerebrali, e bambini con due malattie genetiche letali. Ma in tutti i casi si sta valutando la sicurezza del trattamento (fase clinica I). E benché a oggi non vi siano segnalazioni di effetti collaterali o tossici, servono dati più consolidati".

Al San Raffaele di Milano "siamo parecchio avanti nella sclerosi multipla", riferisce lo scienziato. "Abbiamo già iniziato a trapiantare pazienti con staminali sia ematopoietiche che mesenchimali, ma per ora siamo in fase I. Per quanto riguarda le staminali neurali, abbiamo fatto studi su roditori e primati non umani e stiamo cercando di espandere in vitro abbastanza cellule da poterle sperimentare sui malati, sempre di sclerosi multipla".

"Abbiamo inoltre dati su modelli animali per l'impiego nell'ictus e nei traumi spinali", continua Martino. Ma poiché "per le linee guida europee e italiane le staminali del cervello si possono ottenere solo da tessuto fetale, e queste cellule vanno cresciute in una fabbrica certificata dal ministero", in vista di un possibile passaggio in clinica "ci stiamo appoggiando all'ospedale San Gerardo di Monza-Fondazione Tettamanti. Siamo in fase produttiva, e se compiremo tutto il percorso avremo un prodotto medicale" per i test sui malati. (segue)

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