Le novità: inserito nel contratto il lavoro agile e introdotta "area delle elevate professionalità”
La pre intesa firmata oggi dall'Aran e i sindacati del pubblico impiego per il rinnovo contrattuale del comparto Funzioni centrali per il triennio 2019-2021 riguarda circa 225.000 dipendenti pubblici di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. L'intesa riconosce a regime, aumenti dal 1 gennaio 2021, pari a circa 105 euro medi per 13 mesi e prevede, altresì, l’utilizzo delle ulteriori risorse che saranno stanziate nella legge di bilancio per il 2022, a decorrere dal 1° gennaio per finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all’incremento dei Fondi risorse decentrate, consentendo un ulteriore beneficio complessivo a regime di circa 20 euro medi al mese. L’intesa riconosce anche arretrati contrattuali medi, per il periodo 2019-2021, pari a circa 1.800 euro. L'intesa è stata firmata da tutte le sigle a eccezione di Usb e fa da apripista agli altri comparti, a partire da sanità ed enti locali. "È fatta. La firma di oggi mi rende felice e orgoglioso. Rispettiamo l’impegno che avevo preso il 10 marzo siglando con i sindacati il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" commenta il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che aggiunge: "con il contratto, linfa del cambiamento ridiamo centralità e dignità al capitale umano".
Dalla regolamentazione del lavoro agile al nuovo sistema di classificazione del personale. Sono alcune novità previste dalla pre intesa. Ecco gli elementi che caratterizzano il nuovo ordinamento: la semplificazione del sistema conseguente al superamento delle vecchie posizioni economiche, sostituite da un’unica posizione giuridica per ciascuna area; l’introduzione di una quarta area, denominata “area delle elevate professionalità” nella quale verranno assunti dipendenti in possesso di elevata qualificazione professionale.
Inoltre, la previsione di un percorso economico chiaro e semplificato, che consente ai lavoratori di acquisire quote aggiuntive di stipendio, denominate “differenziali stipendiali”, volte a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti; la regolamentazione contrattuale del lavoro a distanza, che si articola in lavoro agile e lavoro da remoto, rispondendo così alle differenti esigenze organizzative delle amministrazioni e dei lavoratori, ferma restando la qualità e la quantità dei servizi prestati e delle attività svolte.
Ancora, sotto il profilo delle relazioni sindacali, una rivisitazione delle materie di confronto e contrattazione integrativa al fine di potenziare il livello di partecipazione e di collaborazione tra amministrazioni e organizzazioni sindacali; una rinnovata attenzione alla formazione del personale, specie in questo particolare momento storico, in cui è necessario completare la transizione digitale e investire, con specifiche risorse già stanziate dal Governo, incoraggiando i processi di sviluppo di competenze e qualificazioni professionali.
La rivisitazione di alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente Ccnl, ad esempio le assenze per malattia in caso di gravi patologie richiedenti terapie salvavita, escluse dal periodo di comporto sia con riferimento alle giornate di effettuazione delle terapie, sia con riguardo alle assenze conseguenti agli effetti collaterali delle stesse; l’estensione della copertura assicurativa ai dipendenti che coprano posizioni di lavoro che richiedono l’assunzione di responsabilità diretta verso l’esterno; l’introduzione di tutele volte a consentire alle persone di vivere in modo equilibrato la propria identità di genere.