Il decreto per il riordino della dirigenza sanitaria, al momento, viene considerato "irricevibile" dalle Regioni e sarebbe su "un binario morto". E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti regionali, dopo il rinvio di oggi all'esame preliminare del Cdm di questo e degli altri due decreti, quello sui licenziamenti dei furbetti del cartellino e sul taglio delle partecipate della riforma Madia, ai quali si sta lavorando per raddrizzare il tiro con dei correttivi dopo che la Consulta, a novembre, li aveva dichiarati illegittimi in quanto adottati senza intesa con Regioni e autonomie, ma solo previo un parere.
Sul decreto per la riforma dei dirigenti sanitari, una platea estesa considerando che ogni Asl ha il suo direttore sanitario, restano le distanze, in quanto i presidenti delle Regioni non accettano di essere esclusi nella scelta dei dirigenti. Anzi, rivendicano di poter decidere in autonomia chi collocare nei posti chiave della organizzazione sanitaria in base a un determinato albo.
Intanto, relativamente ai decreti sui 'furbetti del cartellino' e Partecipate si infittiscono gli incontri tra i tecnici del ministero della Funzione pubblica e quelli di Regioni e Autonomie per arrivare ad una messa a punto dei testi e ad un'intesa in Conferenza Unificata. La prossima è programmata il 23 febbraio e potrebbe essere quella giusta, secondo fonti ben informate. I decreti con i correttivi infatti, dovrebbero essere esaminati, in via preliminare dal Cdm che si terrà la settimana prossima, insieme all'atteso Testo Unico del pubblico impiego.