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Stessa arma per Amri a Berlino e Milano

04 gennaio 2017 | 10.43
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(Twitter /Polizia di Stato)
(Twitter /Polizia di Stato)

La Polizia Scientifica conferma che l'arma con cui Anis Amri fece fuoco uccidendo l'autista del camion utilizzato per la strage di Berlino è la stessa che il terrorista usò nella sparatoria di Sesto San Giovanni. Ne dà notizia la Polizia di Stato sul suo profilo Twitter. Gli accertamenti degli esperti di balistica della Polizia Scientifica, disposti dalla Dda di Milano, proseguono con la Digos e gli investigatori tedeschi. La comparazione balistica sui bossoli ha permesso di accertare che erano stati esplosi dalla stessa arma.


La comparazione effettuata tra il bossolo esploso dall’arma utilizzata dal terrorista a Sesto San Giovanni e quello repertato dalla Polizia tedesca "ha portato inequivocabilmente ad accertare che sono stati espulsi dalla stessa pistola; il proiettile estratto dalla spalla dell’Agente italiano ferito non è, invece, utile per il confronto perché troppo danneggiato", spiegano dalla Polizia.

Il lavoro degli esperti di balistica del Servizio Polizia Scientifica prosegue, "dando seguito alla delega della Dda di Milano ed in stretta sinergia con gli investigatori della Digos del capoluogo lombardo, per appurare se l’arma sia stata utilizzata in altri episodi criminali, in Italia o altrove". Dell’esito degli accertamenti sono stati informati gli organi investigativi tedeschi con i quali, viene precisato, "vi è piena collaborazione".

"Abbiamo avuto la certezza matematica di ciò che immaginavamo. Ora siamo sicurissimi che la stessa arma è stata usata in entrambe le occasioni". Giampaolo Zambonini, Direttore della IV divisione del Servizio Polizia Scientifica, commenta così all'AdnKronos gli esiti della comparazione compiuta sui bossoli dei proiettili esplosi a Berlino e a Sesto San Giovanni da Anis Amri.

"L'impronta balistica sui bossoli coincide perfettamente. Si tratta della stessa arma che ha sparato prima a Berlino e poi a Sesto San Giovanni", spiega. Ora che si è avuta la conferma scientifica, "stiamo cercando di capire se la stessa arma sia stata eventualmente usata in precedenza sul territorio nazionale o in altri Paesi europei".

"In prima battuta verificheremo a livello nazionale le impronte dei bossoli con quelle custodite nelle banche dati, poi realizzeremo delle copie identiche dei reperti per inviarle all'estero", prosegue Zambonini, che dirige una sezione specialistica della Scientifica che impiega 14 operatori e quattro funzionari tra fisici ed ingegneri. Circa 300 le comparazioni balistiche sui proiettili che vengono effettuate ogni anno dai poliziotti della Scientifica.

Nessuno ha reclamato la salma di Amri - A distanza di quasi due settimane dalla morte del terrorista nessuno, neanche un familiare del giovane, ha reclamato la salma, che è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria di Monza, titolare dell'indagine sulla sparatoria i cui accertamenti non sono ancora conclusi. Da quanto si apprende la Procura monzese, guidata dal procuratore capo Luisa Zanetti, dopo aver disposto l'autopsia che ha confermato che Amri è stato colpito da due proiettili, uno alla testa e uno al torace, l'ultimo dei quali mortale, è in attesa degli esiti degli esami tossicologici per chiarire se il terrorista abbia o meno fatto uso di droghe e di che tipo. Per ora, dunque, il corpo del giovane resta a disposizione degli inquirenti e nessuno lo reclama per la sepoltura. Del resto "io l'ho rinnegato e così tutta la famiglia", aveva detto la madre di Amri intervistata nei giorni scorsi. La donna aveva comunque aggiunto di essere certa che Anis Amri non vesse agito per sua volontà ma "spinto da qualcuno". 

Il video con il saluto - Anis Amr è stato ripreso da una videocamera di sorveglianza mentre fa quello che viene considerato il saluto tipico dei militanti dello Stato islamico. Secondo una portavoce della procura tedesca, Amri, consapevole di essere ripreso, ha alzato l'indice - un gesto che sta a significare l'unicità di Dio - dopo essere fuggito dal luogo dell'attentato. Il tunisino è stato inquadrato da una telecamera della stazione dello zoo di Berlino.

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