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Steven Tyler a Donald Trump: "Giù le mani dalla mia 'Dream on'"

12 ottobre 2015 | 13.37
LETTURA: 2 minuti

Steven Tyler  (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Steven Tyler (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Devi smettere di usare la mia 'Dream on'. E' l''invito' di Steven Tyler a Donald Trump. Secondo il 'Guardian', l'avvocato del frontman degli Aerosmith ha mandato una lettera di diffida al candidato repubblicano alla Casa Bianca facendogli presente che "non dispone dell'autorizzazione da parte del suo cliente a utilizzare" la canzone o qualsiasi altro suo brano. Perché questo "dà la falsa impressione che (Tyler, ndr) sia connesso o approvi la candidatura presidenziale del signor Trump".

'Dream On' è una struggente ballata del 1973 scritta da Tyler, tra le più celebri nella storia del rock (172esimo posto tra le 500 canzoni rock più belle di sempre, come ha scritto la rivista 'Rolling Stone'). Tyler non è il primo musicista a vietare a un politico di utilizzare una sua canzone. Nel 1984 Bruce Springsteen contestò l'utilizzo di 'Born in the U.S.A. da parte di Ronald Reagan.

Quanto a Trump, già Michael Step, voce dei R.E.M., aveva protestato perché, durante un suo intervento, aveva utilizzato 'End of the World as We Know It (And I Feel Fine)'. Strigliata che era arrivata dopo che il cantautore canadese Neil Young gli aveva già contestato l'utilizzo per il lancio della sua campagna di 'Rockin' in the Free World'.

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