Per il vicepresidente di Confindustria, "servono piuttosto incentivi per trasformarli e inserire causali in contrattazione"
"La strada per combattere il precariato non è quella che passa dall'inasprimento dei contratti a termine ma quella che incentiva la trasformazione in contratti a tempo indeterminato. Depotenziare i contratti a termine equivale infatti ad aprire la strada al lavoro nero". Così il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, conversando con l'Adnkronos, sintetizza la posizione di viale dell'Astronomia sui uno dei nodi centrali del tavolo sulle politiche del lavoro aperto ieri dal ministro Andrea Orlando e che verrà riconvocato entro fine mese.
Nessun "depotenziamento", dunque, dei contratti a tempo. Anzi, "bisogna superare il Dl Dignità del 2018", dice ancora Stirpe ricordando come Confindustria abbia messo sul tavolo di confronto di ieri con il governo anche la proposta di rinviare in sede contrattuale la trattativa sulle causali, '"inserite attualmente dal decreto in gabbie rigide". In sede di contratto invece, conclude, "saranno le aziende ed i sindacati a stabilire quale sarà di volta in volta, e di settore in settore, l'asticella per cui si ricorre ai contratti a termine".