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La protesta

Strage Bologna, familiari vittime contestano governo

02 agosto 2017 | 10.18
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Immagine di repertorio / Commemorazione della strage del 2 agosto del 1980 (Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio / Commemorazione della strage del 2 agosto del 1980 (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

L'associazione dei familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna ha lasciato l'aula del consiglio comunale di Bologna prima che il ministro Gian Luca Galletti, in rappresentanza del governo, prendesse la parola. "Non abbiamo niente contro Galletti - ha detto il presidente Paolo Bolognesi - ma rappresenta un governo scorretto. Con tutto il rispetto del ministro dal punto di vista della persona, proprio perché rappresenta il governo e le sue promesse mancate - ha proseguito il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime - abbiamo deliberato di uscire dall'aula prima che Galletti prendesse la parola".

L'associazione dei familiari delle vittime della strage aveva già anticipato nei giorni scorsi che avrebbe rappresentato una protesta contro le promesse mancate del governo "sgradito" alla commemorazione ma la modalità era rimasta top secret fino ad ora. I familiari sono usciti in modo silenzioso dall'aula del Consiglio comunale e si sono radunati nel cortile di Palazzo D'Accursio comunale per poi andare in corteo verso la Stazione dove si terrà la commemorazione, in piazza Medaglie d'oro. 

"Posso comprendere l'insoddisfazione dei familiari, sappiamo che la strada è ancora lunga, ma si sta continuando a lavorare per dare risposte e si sono fatti dei passi avanti", ha detto Galletti in risposta ai familiari dell'Associazione delle vittime.

"Conosco bene le richieste dell'associazione nei confronti della presidenza del Consiglio - ha continuato - penso al tema della declassificazione degli atti e alle questioni relative ai benefici assistenziali e previdenziali. La desecretazione è un processo lungo, sono stati fatti alcuni passi avanti, sta per completarsi il trasferimento degli atti all'archivio centrale, sono state trovate le risorse, ci sono certamente altri ostacoli da superare, ma dobbiamo andare avanti. Anche sulle tutele previdenziali alcuni passi sono stati fatti, ma sappiamo che non basta".  

"Questa è la giornata del ricordo - ha aggiunto Galletti -, non delle polemiche: Bologna e l'Italia rinnovano il loro sdegno, l'unità della nostra comunità è la cosa più preziosa, questo deve essere un momento per unirci".

"Lo Stato ha ancora un debito da onorare nei confronti di chi ha chiesto la verità, questo non può esimerci a porre rimedio alle questioni ancora aperte", ha continuato. "Ricordiamo -ha detto Galletti- uno dei momenti più dolorosi per tutti noi, ricordo con rispetto e commozione il dolore di 85 famiglie e dei 200 feriti, al loro sacrificio ci inchiniamo tutti noi bolognesi e italiani. E' una ferita ancora visibile, noi bolognesi la portiamo dentro di noi, è impossibile dimenticarla o nasconderla. La giustizia è andata avanti ed è arrivata a delle conclusioni, sono state le mani dei neofascisti a eseguire materialmente la strage, ma lo Stato ha ancora un debito da onorare nei confronti di chi chiede la verità".

In tantissimi sono giunti oggi in piazza Medaglie d'Oro, il piazzale antistante la stazione, per la cerimonia di commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Dopo il corteo per le strade di Bologna, partito da Palazzo D'Accursio, a prendere la parola il presidente dell'Associazione familiari vittime della strage della stazione di Bologna Paolo Bolognesi. "Siamo stati traditi da chi doveva stare al nostro fianco - accusa Bolognesi -. Gli impegni presi non sono stati mantenuti. Coloro che ricoprono incarichi di governo non sono stati all'altezza del loro ruolo".

"Siamo stanchi dell'immobilismo e delle mancate riposte e siamo anche stanchi dell'ambiguità che mostrano troppo spesso gli uomini che sono stati chiamati a presiedere le istituzioni - attacca Bolognesi -. Arrivare alla verità è un processo complesso, ma non impossibile, basta volerlo". "Chiediamo - aggiunge - si indaghi ancora sulla loggia P2 per verificare se da quel centro del potere occulto è stato impartito il mandato stragista".

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