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Strage Bologna, processo mandanti: ergastolo a Bellini come quinto esecutore

06 aprile 2022 | 14.59
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Per l'accusa lo incastra un fotogramma di un filmino amatoriale girato da un turista a Bologna la mattina del 2 agosto 1980

Strage Bologna, processo mandanti: ergastolo a Bellini come quinto esecutore

Paolo Bellini, alias ‘Primula nera’, ex membro di Avanguardia nazionale che confessò l’omicidio del militante di Lotta Continua Alceste Campanile, è stato condannato all’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che costò la vita a 85 persone e provocò 200 feriti. Dunque, stando alla sentenza di I grado emessa dai giudici della Corte d'Assise di Bologna, sarebbe lui il quinto esecutore della strage, insieme agli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva (i primi due all’ergastolo, il terzo a 30 anni), e dopo la condanna all’ergastolo in primo grado per il ‘quarto Nar’, Gilberto Cavallini. Tutti e cinque - Bellini compreso - si sono sempre dichiarati innocenti.

Bellini, 69 anni, era stato già indagato per la strage all’inizio degli anni ’80 e prosciolto nel 1992, ma nel marzo del 2019 la procura generale di Bologna (che aveva avocato l’inchiesta sui presunti mandanti, organizzatori e finanziatori della strage, vale a dire Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti) ha chiesto la revoca del proscioglimento iscrivendolo nel registro degli indagati (insieme all’ex capocentro del Sisde di Padova Quintino Spella, e al capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, entrambi accusati di depistaggio, nonché Domenico Catracchia, ex amministratore di alcuni condomini in via Gradoli a Roma, accusato di false informazioni al pm).

A carico di Bellini sono emersi, fra gli altri, quelli che per i magistrati bolognesi sono elementi certamente probanti: un fotogramma di un filmino amatoriale, girato da un turista a Bologna la mattina del 2 agosto 1980, nel quale si vedrebbe quello che per gli inquirenti è il volto dell’imputato; un’intercettazione ambientale in cui l’ex capo di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, afferma che alla strage prese parte un aviere (Bellini era un pilota) che avrebbe portato la bomba; infine, come emerso nel processo palermitano sulla cosiddetta “trattativa” Stato-mafia (nel quale Bellini è stato sentito come collaboratore di giustizia), i rapporti fra l’imputato e Sergio Picciafuoco, vicino all’estrema destra e presente alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980 (Picciafuoco è stato assolto dall’accusa di aver preso parte all’attentato).

Il 15 febbraio del 2021 Bellini è stato rinviato a giudizio insieme a Segatel e Catracchia (Spella è morto nel gennaio del 2021, mentre non processabili, in quanto tutti deceduti, il venerabile della P2 Gelli, il banchiere Ortolani, l'ex prefetto ed ex capo dell'ufficio Affari Riservati del ministero dell'Interno D'Amato e l’ex senatore dell'Msi Tedeschi). “Mi sento come Sacco e Vanzetti”, ha affermato Bellini arrivando in tribunale nel giorno della prima udienza.

La ‘svolta’ del processo ha una data, 21 luglio 2021, giorno in cui in udienza l’ex moglie di Bellini, Maurizia Bonini, dopo aver visionato il video amatoriale del turista, ha affermato: “Sembra mio marito, è Paolo, perché ha una fossetta qua, ha i capelli più indietro ma è comunque lui".

Bellini ha continuato a proclamarsi estraneo alla strage: "Non ho niente a che spartire" con l’attentato, ha sostenuto in udienza parlando di "delitto infame", per poi aggiungere: "Nel modo più assoluto non sono io nel filmato del turista straniero". Bellini ha sostenuto che la notte fra l’1 e 2 agosto del 1980 era in ospedale a Parma dal fratello, e che la mattina sarebbe partito da Scandiano per Rimini con la nipote Daniela. Per Bellini, dunque, l’ex moglie "ha mentito" dopo aver "cambiato idea" (in precedenza la donna aveva affermato che la mattina del 2 agosto 1980 suo marito era a Rimini).

La "non compatibilità" fra Bellini e l’uomo ritratto nel filmato, è stato poi sostenuta anche dai consulenti della difesa. Nella sua requisitoria il pg Umberto Palma ha sostenuto, al contrario, che Bellini era "presente in stazione a Bologna il 2 agosto", che "è stato un killer di Avanguardia Nazionale", killer "protetto dai servizi segreti, a partire dall'omicidio di Campanile". Avanguardia Nazionale, ha sottolineato il pg, "non può essere stata tenuta fuori dalla strage, non può essere resa estranea a questo attentato, che coagulava varie forze eversive". Avanguardia Nazionale, ha chiosato, è "l'anello di congiunzione tra il vertice finanziario-organizzativo della strage di Bologna" e Bellini, "che fu un militante operativo di Avanguardia Nazionale, quanto meno nella metà degli anni settanta".

Per il pg, inoltre, l’ex moglie di Bellini "merita una patente di assoluta credibilità" per aver "demolito l'alibi dell'ex marito, che lei stessa aveva aiutato a creare". I magistrati, dunque, sono certi di avere in mano "macigni probatori" nei confronti di Bellini, per il quale il 25 febbraio scorso è stata chiesta la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per 3 anni (chiesti 6 anni per Segatel e 3 anni e 6 mesi per Catracchia).

Nella sua arringa l'avvocato Antonio Capitella, uno dei difensori di Bellini, ha tentato di smontare le accuse: "Noi – ha sostenuto - pensiamo che Bellini sia qui, in parte per il video, ma anche perché questo processo necessitava di un imputato vivo per tenere in piedi l'azione penale, altrimenti ci sarebbe stata una archiviazione". E poi: "Cosa c’è nel processo che fa incrociare la strada di Bellini con quelle di Fioravanti, Cavallini, Mambro e Ciavardini? Niente". Quanto alla versione dell’ex moglie di Bellini, il legale ha aggiunto: "Le dichiarazioni di Maurizia Bonini" sono "un po' costruite, qualcuno ha convinto la signora Maurizia che Paolo aveva predisposto l'alibi portandosi la nipote, ma questo presuppone che sapesse che l'attentato era il 2 agosto. Eppure non lo sapeva Cavallini, non lo sapeva Ciavardini, come poteva saperlo Bellini?".

Sui mandanti e il presunto finanziamento per la strage, il legale ha invece sottolineato: "Non ci sono elementi per dire che la strage è stata finanziata e che i soldi del Banco Ambrosiano Andino siano andati agli esecutori, perché mancano i passaggi intermedi".

Per il secondo difensore di Bellini, Manfredo Fiormonti, "in 50 anni non si è trovata alcuna prova di un collegamento tra Bellini e i Servizi. La sua appartenenza ai servizi e le coperture di cui avrebbe goduto sono una mera congettura".

Lo stesso legale si è, infine, soffermato sul video che immortalerebbe Bellini a Bologna il 2 agosto: "Il filmato in stazione è stato costruito con tagli e incollature. Il fatto che nel video ci sia l'orologio della stazione fermo alle 10.13 non significa nulla, perché non c'è la data. Inoltre, a che ora è stata girata la scena che riprende l'anonimo? C'è il fumo? No. Quanto tempo era passato dall'esplosione? E poi siete sicuri che era il 2 agosto?".

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