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Strage migranti, testimone: "Scafista fumava spinelli e beveva vino". Alfano: "Affondare i barconi prima che partano"

21 aprile 2015 | 08.35
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I sopravvissuti arrivati a Catania /Foto. Fermati il comandante dell'imbarcazione e un membro dell'equipaggio /Foto. Procura: "Naufragio causato da collisione". Ue: "Operazione civile e militare contro gli scafisti". Renzi a Ue: "Impegno su distruzione barconi". Onu: "Forte appoggio a Paesi colpiti da traffico migranti". Ue valuta raddoppio fondi Triton (ecco i 10 punti). Presidio sindacati a Montecitorio, stop a strage migranti (Foto)

Al naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica a largo della Libia hanno concorso due cause: da un lato le manovre errate compiute dal comandante del peschereccio, che nel tentativo di abbordare il mercantile, ha portato il peschereccio a collidere con la nave più grande e dall'altra il sovraffollamento del natante, che è stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Si è perciò, per questo, capovolta. E' quanto spiega la procura di Catania in una lunga nota in cui si dice anche che non è ancora possibile accertare con precisione il numero dei morti.

Le indicazioni provenienti dai superstiti sono approssimative e indicano comunque alcune centinaia di vittime (tra i 400 e i 950). La Guardia Costiera ha acquisito informazioni da alcuni superstiti a bordo della 'Gregoretti C.P. 920' e il report del mercantile portoghese ha stimato approssimativamente il numero dei migranti in 850 persone.

L'Unhcr precisa che "tra di loro vi erano circa 350 persone provenienti dall'Eritrea, così come persone da Siria, Somalia, Sierra Leone, Mali, Senegal, Gambia, Costa d'Avorio ed Etiopia". "Al momento - prosegue l'Unhcr - vi sono solo 28 superstiti accertati al naufragio, tra cui un giovane uomo del Bangladesh che è stato trasportato in elicottero all'ospedale di Catania in Sicilia. Le altre 27 persone sono sbarcate poi in Sicilia da una nave della Guardia Costiera italiana".

L'esiguo numero di superstiti, fa sapere la Procura di Catania, potrebbe dipendere anche dal fatto che molti migranti, tra cui le donne e i bambini, erano stati chiusi nelle stive. Dalle dichiarazioni testimoniali, si legge ancora in una nota della Procura etnea, risulta che l'imbarcazione sarebbe partita da una località nei pressi di Tripoli nelle ore serali del 16 aprile scorso. Il costo del trasporto, secondo quanto sin qui accertato, è stato di 500-1000 dinari libici per persona.

Due extracomunitari, ritenuti dagli investigatori responsabili del naufragio, sono stati fermati, come confermato in un tweet dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. Si tratta del comandante dell'imbarcazione naufragata e di un membro dell'equipaggio.

La nave Gregoretti della Guardia costiera, con a bordo i superstiti, è giunta ieri sera a Catania. Ad attenderli, in rappresentanza del governo, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio oltre al sindaco di Catania Enzo Bianco e il presidente della Sicilia Rosario Crocetta.

Save the Children riferisce che si sono dichiarati minori quattro dei sopravvissuti del naufragio. Si tratta di due minori somali e due bengalesi di età dichiarata di 17 anni. Dalle prime testimonianze riportate dai minori, sembrerebbe che, tra le circa 800/850 persone a bordo, ci fossero circa 60 adolescenti che viaggiavano nei due piani superiori del peschereccio e che sono attualmente tra i dispersi. Intanto proseguono senza sosta le ricerche delle vittime e di eventuali sopravvissuti.

Stando alla testimonianza raccolta dall'emittente televisiva regionale siciliana 'Telecolor' in un centro di accoglienza di Mascalucia, in provincia di Catania, 'La Madonnina', da uno dei 4 minori ospitati e scampati alla tragedia, il comandante dell'imbarcazione, poi naufragata, "beveva vino e fumava spinelli".

Il ragazzo, che parla la sua lingua d'origine ed è stato tradotto da un interprete, ha incontrato infatti alcune troupe televisive fra le tante che si trovano in città da due giorni per seguire gli sviluppi dell'inchiesta aperta dalla Procura etnea per fare luce sulla sciagura. L'intervista integrale al minore andrà in onda venerdì sera alle 21.

Un nuovo forte appello è arrivato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché l'Europa e l'intera comunità internazionale facciano "di più per impedire queste stragi" dell'immigrazione.

La portavoce della Commissione europea Natasha Berthaud, in un briefing con i giornalisti a Bruxelles, ha spiegato che quella contro gli scafisti e per sequestrare e distruggere i barconi utilizzati per far arrivare i migranti in Europa sarà "un'operazione civile e militare". L'operazione a cui si sta pensando è "del tipo di quella Atalanta" condotta contro i pirati, ha detto Berthaud.

In una dichiarazione congiunta degli speaker e dei presidenti dei parlamenti dell'Ue si legge che è necessario "rafforzare la capacità di salvare vite umane". Per questo si chiede al Consiglio europeo di "migliorare la capacità dell'Unione Europea e dei suoi stati membri per le operazione di ricerca e salvataggio in mare secondo la legge internazionale marittima, così come la loro capacità di concludere accordi per pattuglie navali congiunte con i Paesi costieri mediterranei".

"Abbiamo fatto una richiesta chiara per ottenere azioni mirate in Libia, in un quadro di legalità internazionale - ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel corso della registrazione del programma 'Di martedì' - Siamo alla ricerca di consenso internazionale per affondare i barconi dei trafficanti di esseri umani" prima che partano. "Da soli non possiamo farlo", perché questo, ha spiegato il ministro, sarebbe "una dichiarazione di stato di guerra. Questo deve essere chiaro".

"Abbiamo un negoziato in corso - ha ribadito Alfano - per ottenere un mandato internazionale. Come farlo è da stabilire ma bisogna farlo subito". Sull'ipotesi dell'intervento diretto dei nostri militari, Alfano ha chiarito: "Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma vogliamo coinvolgere la coalizione internazionale".

A Ballarò è intervenuto invece il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "Possiamo arrivare a non farcela se l'Europa non considera questa vicenda non come un problema italiano ma come un problema europeo" ha detto il titolare della Farnesina.

Il premier Matteo Renzi su Facebook ha spiegato che gli "impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio europeo di giovedì" sono "interventi nei Paesi d'origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d'emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite e sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia".

Renzi sarà domani alle 9 alla Camera, per rendere comunicazioni con particolare riferimento all'emergenza migranti, in vista del Consiglio europeo del 23. Poi già alle 10.30 si recherà al Senato per analoghe comunicazioni. Il dibattito si concluderà entro le 13.30 con il voto di eventuali documenti di indirizzo che dovessero essere presentati dai gruppi parlamentari.

A quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, in giornata il premier ha sentito, tra gli altri, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Repubblica cipriota Nicos Anastasiades al fine di favorire la massima condivisione europea ed internazionale sulla lotta agli schiavisti, dopo il disastro umanitario nel Mediterraneo.

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha espresso "forte appoggio" ai Paesi della regione come l'Italia colpiti dal traffico di migranti e "forte preoccupazione" per l'impatto che le attività illegali degli scafisti e della criminalità organizzata possono avere sulla stabilità della regione. Nella dichiarazione si chiede la piena attuazione da parte degli stati firmatari del Protocollo contro il traffico dei migranti: "Occorre coordinare gli sforzi internazionali per rafforzare la risposta globale a questa sfida comune e per proteggere soggetti vulnerabili come i migranti dal pericolo di diventare vittima dei contrabbandieri".

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