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Imprese: Bocconi, aziende familiari che si internazionalizzano superano crisi

04 dicembre 2014 | 13.12
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Sesta edizione dell’Osservatorio Aub.

Imprese: Bocconi, aziende familiari che si internazionalizzano superano crisi

Le aziende familiari superano la crisi, soprattutto se riescono ad internazionalizzarsi. Questa in sintesi l'esito della sesta edizione dell’Osservatorio Aub sulle aziende familiari italiane, promosso dall'Associazione italiana delle aziende familiari, UniCredit, Cattedra Aidaf-Ey di Strategia delle Aziende Familiari in memoria di Alberto Falck (Università Bocconi) e Camera di commercio di Milano. Lo studio è basato sull’analisi dei bilanci di tutte le 4.100 aziende familiari italiane con ricavi pari o superiori a 50 milioni di euro, le quali rappresentano il 58% del totale delle aziende (di tali dimensioni) operanti nel nostro Paese. Il campione osservato, pur avendo mantenuto dal 2007 ad oggi una numerosità solo in lieve calo, ha visto un forte ricambio al proprio interno (circa il 40% delle aziende è infatti uscito ed è stato sostituito da nuove entranti).

Dopo essere state tra il 2008 e il 2009 la tipologia di aziende che ha maggiormente accusato l’impatto della crisi, le aziende familiari sono riuscite, più delle altre, a invertire la tendenza e intraprendere percorsi di crescita (lo dimostra il divario positivo di 10 punti di incremento del fatturato realizzato tra il 2009 e il 2013 rispetto alle non familiari). Sul fronte della redditività il quadro è invece meno positivo, in quanto le aziende familiari, pur continuando in assoluto a far registrate performance migliori rispetto alle altre, hanno fatto registrare un più debole recupero rispetto alla situazione pre-crisi.

Ancora difficile rimane la capacità delle aziende familiari di ripagare il debito, misurata dal rapporto Pfn/Ebitda, che si attesta a 6,1 (rispetto al 4,8 delle non familiari). Ciononostante, i dati Aub indicano come circa 1 azienda familiare su 5 abbia liquidità in eccedenza rispetto allo stock di debito finanziario, che l’incidenza delle aziende con Ebitda negativo è inferiore nella categoria delle familiari (6% contro l’11% delle non familiari) e che le aziende familiari nel corso del 2013 hanno ulteriormente ridotto la propria dipendenza dal capitale di terzi (migliorando dunque il proprio livello di patrimonializzazione) senza compromettere la propria propensione a investire.

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