(Adnkronos Salute) - L'attività cerebrale correlata al battito di ciglia fa la differenza fra stato vegetativo e stato di minima coscienza. E' quanto emerge da una ricerca pisana pubblicata su 'Plos One'. Secondo lo studio il semplice elettroencefalogramma di routine, sottoposto a una specifica analisi digitale che mette in evidenza i cambiamenti delle oscillazioni cerebrali collegati al battito spontaneo delle palpebre (blink), è in grado di rilevare il diverso livello di funzionamento cerebrale dei soggetti in stato vegetativo (stato di veglia, in assenza di contenuti di coscienza) rispetto a quelli in stato di minima coscienza (stato di veglia, con segni incostanti di comportamento cosciente, ma senza capacità di comunicazione). La ricerca è stata condotta da Luca Bonfiglio dell'Unità operativa di Neuroriabilitazione dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, diretta da Bruno Rossi, e da Maria Chiara Carboncini, responsabile della Sezione dipartimentale Gravi cerebrolesioni acquisite, in collaborazione con gli ingegneri del Laboratorio Percro della Scuola Superiore Sant'Anna. L'articolo riguarda il ruolo, nella diagnostica differenziale dei disturbi di coscienza, dell'analisi Eeg blink-relata, un innovativo metodo di studio dei segnali elettroencefalografici, messo a punto dallo stesso gruppo di ricerca, che permette di analizzare le modulazioni dei ritmi elettrici cerebrali connessi al battito spontaneo delle palpebre. Ricerche precedenti condotte dagli stessi autori hanno dimostrato che tali modulazioni blink-relate rappresentano i correlati neurali di alcuni fenomeni di coscienza. La diagnosi differenziale tra stato vegetativo e stato di minima coscienza è basata ancora oggi prevalentemente sull'osservazione clinica del paziente. "Ciò - affermano gli esperti - determina un errore diagnostico che raggiunge una percentuale vicina al 40%, con evidenti ripercussioni sia sugli aspetti clinico-terapeutici sia su quelli etici e sociali". E' per questo motivo che la comunità scientifica internazionale è alla continua ricerca di biomarker diagnostici capaci di ridurre tale percentuale e di risolvere i casi dubbi. L'analisi dei ritmi Eeg blink-relati è in grado di rilevare differenze statisticamente significative tra le condizioni di stato vegetativo e di minima coscienza, fornendo utili elementi di supporto all'inquadramento del paziente. Inoltre la metodica permette di accedere a informazioni di tipo anatomo-funzionale, cioè relative al livello di attività delle aree corticali cerebrali, divenendo uno strumento diagnostico prezioso in considerazione dei limitati costi di gestione, della ampia diffusione di apparecchi di registrazione (elettroencefalogrammi) nelle strutture dedicate a questi pazienti, della possibilità di rilevazioni in grado di intercettare precocemente fenomeni di risveglio. In particolare, ha consentito di confermare che le fasi iniziali di recupero della coscienza e dell'interattività col mondo esterno avvengono attraverso il recupero funzionale della corteccia cingolata posteriore/precuneo e della giunzione temporo-parieto-occipitale sinistra. "La validazione su larga scala e la realizzazione di un software dedicato permetterà di impiegare questa metodica nella routine clinica", concludono gli autori.