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L.stabilità: Studio, buoni pasto 'ammortizzatori', potere acquisto +1,7%

01 dicembre 2014 | 14.20
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L'emendamento nella legge di stabilità innalza il valore dei buoni pasto elettronici.

L.stabilità: Studio, buoni pasto 'ammortizzatori', potere acquisto +1,7%

Il buono pasto come 'ammortizzatore' al tempo della crisi. E' quanto emerge da uno studio realizzato da Sodexo e Università Bocconi di Milano, secondo cui il buono pasto garantisce al lavoratore (su un buono pasto da 5,29) un potere d’acquisto superiore dell'1,7%. Con l’approvazione della norma prevista in legge di stabilità che porta a 7 euro la deducibilità per i buoni elettronici, secondo lo studio, l’incidenza del valore del buono sul reddito disponibile dei dipendenti passa dal 6,6% al 9%, e nel Mezzogiorno è addirittura superiore al 10%.

L'emendamento alla legge di stabilità, che prevede l'innalzamento del valore esentasse dei buoni pasto elettronici "dagli attuali 5,29 euro a 7 euro -spiega Sodexo- è una conquista importante, che può realmente contribuire a rilanciare i consumi, creando effetti positivi sul potere d’acquisto delle famiglie e maggior efficienza e trasparenza del servizio".

Secondo lo studio, infatti, il buono pasto è un benefit efficace che consente una serie evidente di vantaggi sia all’azienda, sia al dipendente: aumenta il salario netto di 1.100 euro, non grava sull’imponibile e per l’azienda è deducibile al 100%. Nonostante questo, ha ancora un indice di penetrazione basso rispetto al suo potenziale: circa il 20% sul totale mercato.

“Parliamo di circa 34 euro in più al mese di reddito netto disponibile per ogni lavoratore -spiega lo studio- con buono pasto elettronico, per la spesa alimentare, considerando l’incremento di 1,71 euro sui vecchi 5,29 euro. Ma non solo. L’approvazione relativa al buono pasto elettronico pone le basi per una fondamentale digitalizzazione del mercato in grado di rendere il servizio ancor più sicuro e efficiente per tutti gli attori coinvolti".

Secondo un'altra ricerca dell’Osservatorio Sodexo, comunque, è necessario un approccio più semplice e intuitivo ai temi del welfare privato. Come? "Prima di tutto, valorizzando il potenziale della normativa attuale tramite l’erogazione di benefit immediati e fortemente legati alle necessità quotidiane dei dipendenti", spiega Paolo Corno, direttore commerciale Sodexo. La survey condotta da Sodexo ha voluto approfondire, però, altre tre aree di servizio: gratificazione, salute e benessere e mobilità, su un campione complessivo di 4.010 aziende, suddivise tra imprese large (con più di 300 dipendenti) e imprese medie e piccole (con meno di 300 dipendenti).

Il 56% del campione ha risposto sul tema della gratificazione, ma solo il 6% eroga effettivamente servizi di questo tipo. Alla domanda su quali siano i servizi erogati, le risposte si sono orientate su due macro aree: incentivazione e regalistica, strada intrapresa per il 45% delle piccole/medie imprese e per l’87% delle large, e il vecchio ma caro buono carburante, scelto per ben il 55% delle aziende small e per il 13% delle grandi imprese.

In tema salute e benessere, il 28% ha risposto sul tema, rivelando però di erogare servizi legati al benessere dei dipendenti solo per il 3%, percentuale allineata con coloro che dichiarano di conoscere l’articolo 100 comma 1 (5 x mille oneri sociali). Approfondendo la tipologia di servizio offerto, l’indagine dimostra come si tratti per la maggior parte di polizze assicurative obbligatorie e soltanto in pochissimi casi, limitati alle aziende grandi, di campagne specifiche di tutela della salute.

Le assicurazioni obbligatorie si attestano intorno al 45% sia per le grandi che per le piccole e medie imprese, mentre scendiamo a un 9% per le imprese large e a un 4% per le Sme, per campagne di prevenzione su temi specifici.

In ambito mobilità, sul campione di aziende intervistate, solo il 6% risponde sul tema (il 3% 'large' e solo lo 0,2% medio/piccole). Ma, alla domanda su quali siano i servizi erogati, scarseggiano soluzioni che non comprendano convenzioni dirette come la navetta aziendale (per il 15% delle grandi aziende e per il 7% delle medio/piccole) e il benefit per la mobilità 'Pass Mobility', già messo a punto da Atm e Sodexo sul territorio di Milano.

Ma a che cosa è dovuta questa bassa rispondenza da parte delle imprese? "Sicuramente -spiegano da Sodexo- influiscono la complessità percepita del nostro quadro normativo legato al settore del lavoro, la presenza dei contratti collettivi e le relazioni sindacali, l’eterogeneità e l’evoluzione dei bisogni dei dipendenti nel corso della loro vita professionale, i budget limitati che non permettono aumenti di stipendi e flessibilità contrattuale, senza considerare la scarsità di informazioni relativa a soluzioni alternative a supporto".

"Fare cultura sulle tematiche del welfare privato, in modo semplice e immediato, diventa quindi -conclude lo studio- fondamentale per permettere alle aziende di comprendere l’efficacia e l’opportunità che programmi e soluzioni pensati per la motivazione e il benessere dei dipendenti possono dare in termini di produttività e di ritorno sugli investimenti".

"Ma non solo. Valorizzare il potenziale normativo, utilizzare supporti tecnologici innovativi e fornire benefit reali rispetto ai bisogni dei dipendenti in grado di contribuire a un risparmio fiscale, diventano elementi chiave per occuparsi di welfare oggi", conclude.

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