"La cosa più frustrante è incontrare persone che pensano che io sia stupida solo perché curo il mio aspetto. Sono stufa". E' lo sfogo consegnato una settimana fa al sito 'The Tab' - fondato alla Cambridge University nel 2009 e oggi con due redazioni a Londra e New York - dalla studentessa 18enne Paula Ursu, al primo anno di Giurisprudenza alla 'Royal Holloway University' di Londra e criticata dalle colleghe di corso per il suo look.
Uno sfogo a cui la stampa britannica ha dato risalto in questi giorni, aprendo così una sorta di dibattito on line sui pregiudizi legati all'eterna lotta tra apparire ed essere, con tutto il conseguente corollario di domande su chi siamo, chi sembriamo e l'idea che gli altri si fanno di noi.
"Sto lavorando sodo per la mia laurea in Giurisprudenza - scrive la giovane su 'The Tab' - parlo cinque lingue, vado in palestra ogni giorno, insegno inglese ai rifugiati, ho una vita sociale normale e trovo anche il tempo di curare il mio look". E allora?, sembra sottintendere la 18enne.
Che aggiunge: "Personalmente, sono stanca delle osservazioni passivo-aggressive e stanca di dover spiegare perché indosso certe scarpe anche il martedì mattina alle 9:00. Come mi vesto per andare all'università è solo un problema mio e di nessun altro. E' il momento che le persone lo capiscano". Del resto, conclude, "la gente penserà sempre ciò che vuole. Spero solo che ognuno sappia stare bene con se stesso senza preoccuparsi del giudizio degli altri".
Una storia che richiama per molti aspetti la trama del film 'La rivincita delle bionde' con protagonista la Reese Witherspoon-Elle Woods che, arrivata ad Harvard, rompe i rigidi schemi universitari, creando scompiglio con i suoi vestitini rosa shocking. Ma poi, dopo aver concluso gli studi e aver risolto un caso molto difficile, riesce a rompere anche e (soprattutto) i pregiudizi degli altri.
