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Tv: su Rai 1 'Boris Giuliano', rigore contro la mafia e sorriso nel taschino

18 maggio 2016 | 18.56
LETTURA: 7 minuti

Dal set di 'Boris Giuliano' a destra Andrea Giannini nel ruolo del protagonista Boris Giuliano
Dal set di 'Boris Giuliano' a destra Andrea Giannini nel ruolo del protagonista Boris Giuliano

"Una esplosione di allegria. Gioviale, simpatico e alla mano. Segugio senza eguali, investigatore innovativo, rispettato e temuto. Uomo gentile, intelligente, capace e integerrimo. Vero nemico della mafia". E' "Boris Giuliano", il poliziotto, interpretato da Adriano Giannini, che dà il titolo alla miniserie diretta da Ricky Tognazzi, in onda su Rai1 il 23 e il 24 maggio. E a descriverlo è il presidente del Senato, Pietro Grasso, che lo ha conosciuto personalmente nel 1970 e proprio dalle sue mani ha ricevuto i passaporti necessari al suo viaggio di nozze.

Parole, le sue, che ancor prima della visione 'concessa' oggi in anteprima nella sede della Scuola Superiore della Polizia alla stampa e agli allievi, ben tratteggiano il mix di rigore assoluto nella lotta alla mafia e di gioiosa e ironica umanità, dispensata a piene mani con la sua squadra investigativa, la sua famiglia e con chi si trovava in difficoltà. Boris "un autentico mito per gli uomini che ebbero la fortuna di lavorargli accanto e anche per i poveri della città che si precipitarono in migliaia ai suoi funerali'', rimarca Grasso.

Due puntate per "restituire alla memoria collettiva", come dice il Dg Rai Antonio Campo Dall'Orto', una figura unica che era rimasta 'impolverata' sotto le macerie delle due plateali stragi esplose 13 anni dopo, quelle di Flacone e Borsellino, magistrati cui Giuliano aveva fatto da apripista con il suo impegno investigativo, moderno e incredibilmente meticoloso. Anche per questo, per togliere quella polvere e far conoscere il grande innovatore Boris Giuliano, il produttore Sergio Giussani ha voluto fortemente condurre in porto il progetto, in alleanza con il direttore di Rai Fiction, Tinni Andreatta, che ha subito accolto l'idea.

"A parlarmi di Boris Giuliano - racconta Giussani, a capo della Ocean Productions che ha coprodotto la serie con Rai Fiction - è stato Paolo Moscarelli, ex commissario nella squadra mobile di Giuliano, e mi ha subito stupito che di questo uomo meraviglioso si sapesse così poco. Mi sono messo al lavoro all'istante e ho presentato il progetto al direttore Andreatta che ne è stata entusiasta".

"Come è mia consuetudine - dice Giussani in conferenza stampa - ho fatto un incontro con la squadra di Giuliano, poi con la moglie Maria e, insieme a Ricky, con i figli, Alessandro, Selima e Manuela che sono venuti sul set. Credo proprio che siamo riusciti a ricordare Boris Giuliano al meglio e far comprendere la sua grandezza che viene fuori dal film e dalle testimonianze. Devo ringraziare tutti, a partire da Ricky Tognazzi che è stato eccelso, e inclusa la Film Commission Sicilia. Sono contento - sorride al termine della pellicola, suggellata dall'abbraccio fra Pietro Grasso e i familiari di Giuliano - che il film sia arrivato al cuore di tutti, è quello che volevo".

Lunedì e martedì prossimo, 23 e 24 maggio, "la rete ammiraglia della Rai offrirà al grande pubblico questo racconto e lo farà proprio nella settimana della legalità - fa notare il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta - Sia nel tv movie su Felicia Impastato che in questa miniserie l'elemento forte è quello delle scelte individuali dei personaggi. Felicia sceglie di combattere a dispetto di tutto fino in fondo e riesce a far emergere la verità; Boris Giuliano, dopo la strage di Ciaculli, lascia la sua solida carriera nell'imprenditoria internazionale per tornare in Sicilia e stare dalla parte dello Stato nella lotta alla mafia". Ma "l'affresco di Boris Giuliano, realizzato con rigore e talento, non mostra solo la grande valenza istituzionale del poliziotto ma anche quella umana nel suo rapporto con la famiglia".

"Ci siamo chiesti più volte, durante la scrittura, con Angelo Pasquini e Giovanna Koch - fa sapere Tognazzi - che cosa spingesse un uomo a rischiare tanto, ma soprattutto dove trovasse la forza di andare avanti, nonostante gli orrori che si consumavano intorno a lui. La risposta è semplice. La passione per il suo lavoro, il senso del dovere e la ricerca della verità, insieme all'amore per la sua famiglia e per gli uomini della sua squadra di cui si sentiva fortemente responsabile, erano più forti della paura. Avere le note severe di Alessandro Giuliano mentre giravamo è stato fondamentale - confida Tognazzi - Noi registi tendiamo a cercare emozioni, a colpire sotto la cintola e invece Alessandro ci riportava sempre all'essenza della verità. Se sono riuscito in questo, lo devo soprattutto alla generosità di questo confronto

"Ho sentito subito il peso di interpretare un personaggio realmente esistito. Non lo avevo mai fatto prima. E la sensazione di responsabilità l'ho già avvertita il primo giorno di set quando, mentre giravamo, quattro uomini mi guardavano con insistenza e, alla prima pausa, si sono avvicinati, si sono messi sull'attenti e mi hanno detto 'Comandi capo'. Erano gli uomini della squadra di Boris Giuliano - racconta Giannini - Persone che avevano vissuto con lui emozioni, drammi, condiviso pensieri, pezzi di vita. Questo da subito ha prodotto in me qualcosa di diverso".

"Una carica umana molto forte - spiega l'attore - che è aumentata ancora di più quando ho conosciuto la moglie Maria e i figli. Uno scambio che, per quanto io avessi studiato la Palermo di quegli anni, avessi studiato a fondo il copione, è stato fondamentale per comprendere l'uomo Boris Giuliano".

L'uomo sì, perché a rendere eccezionale questo poliziotto, medaglia d’oro al valore civile, non è stata solo la sua incredibile caccia alla verità, l'attenzione assoluta ad evitare ogni ambiente che potesse essere colluso con la mafia, passando al setaccio imprenditori, politici e amicizie, ma è stata la grande umanità, la capacità di mantenere salda l'allegria con le persone care, la voglia di giocare con i suoi figli, di seguirne con gioia e attenzione le vicende quotidiane, come evidenziano i due sceneggiatori Giovanna Koch e Angelo Pasquini.

"Devo un ringraziamento a tutti quelli che hanno consentito la realizzazione di questa opera che per me è carne viva - dice il giornalista e amico di Giuliano, Ciccio La Licata - Con Boris avevo un rapporto che andava oltre quello tra fonte e giornalista. Boris aveva capito l'importanza della comunicazione. Fu lui ad aprire le porte del suo ufficio a noi giornalisti che prima facevamo l'anticamera e non venivamo ricevuti. Lui ha inaugurato una stagione nuova che ha dato i suoi frutti come ha detto lo stesso Borsellino".

Oltre al protagonista Andrea Giannini, nel cast fra gli altri Nicole Grimaudo (nel ruolo di Maria), Ettore Bassi (nel ruolo di Tonino De Luca, vice di Boris), Antonio Gerardi (Bruno Contrada), Enrico Lo Verso (Leonardo Vitale), Nicola Rignanese (Ferraro), Francesco Montanari (Marco Alliati, l'amico giornalista di Boris), Fabrizio Bracconeri (Trezza), Pietro Delle Piane (Pietro Marchese), Vanni Bramati (Stefano Bontate ), Ivan Castiglione (Paolo Moscarelli), Francesco Benigno (Leoluca Bagarella), Tony Sperandeo (Tano Badalamenti). Musiche in gran parte di Paolo Vivaldi, dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, ma anche di Paolo Moscarelli, che, dopo la sua lunga carriera in polizia da commissario nella squadra mobile di Giuliano a Palermo e poi da questore, è tornato al suo antico amore, la musica che da giovane lo ha visto anche comporre pezzi molto famosi per Peppino Di Capri.

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