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Sud, Armao: "Assurdo escludere presidenti regione da decisioni su Pnrr"

10 settembre 2021 | 06.56
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Gaetano Armao (Foto d'archivio Fotogramma)
Gaetano Armao (Foto d'archivio Fotogramma)

Presente al terzo International Annual Meeting SUDeFUTURI III - (R)INNOVIAMO IL MEZZOGIORNO, organizzato al Castello Ruffo dalla Fondazione Magna Grecia, anche Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Sicilia e assessore all’Economia, con il quale il giornalista Paolo Mieli ha sottolineato una sorta di disinteresse generale su come le cifre del Recovery Plan siano arrivate a destinazione. “Il denaro dato dall’Europa -ha chiesto Mieli- sta viaggiando in maniera virtuosa?”. “C’è un grande ottimismo sul piano emozionale, i nostri dati parlano di una crescita importante -ha risposto Armao- ma è fondamentale che non si resti in zona gialla altrimenti ci saranno ripercussioni pesantissime. Perché una cosa è quello che accade e un’altra quello che è percepito. Anche se la Sicilia è in una zona gialla “edulcorata” abbiamo avuto il 30% di disdette per settembre e questo ha avuto ripercussioni gravi".

"E comunque, a livello nazionale si è accelerato troppo e adesso si pone problema di velocità della spesa. Sono previsti soggetti titolari e soggetti attuatori, la cabina di regia opera con due comitati interministeriali (transizione digitale e transizione ecologica) ma non è previsto che alle decisioni partecipino anche i presidenti delle Regioni e su questo oggi lancio un grido d’allarme”.

Sempre in tema di PNRR Vincenzo Sanasi D’Arpe, amministratore delegato della CONSAP, ha sottolineato come “sia necessario puntare sulla programmazione economica, che nel nostro Paese non è mai esistita, a parte Giorgio Ruffolo a metà degli anni ‘50. I Paesi più avanzati come la Francia sono dotati di strumenti di politica industriale ed è imprescindibile che l’Italia faccia lo stesso. La situazione pandemica ha aperto e aprirà ancora di più dei tavoli di crisi, ecco perché servono una burocrazia minore, una grande attenzione della magistratura e nella scelta della classe dirigente in merito ai professionisti chiamati a occuparsi della crisi e del risanamento d’impresa”.

In tema di sanità Franco Romeo, direttore di Cardiologia del Policlinico di Tor Vergata, ha dichiarato che “la narrazione della sanità in Calabria è un problema. Su una popolazione di poco meno di 2 milioni di abitanti dall’inizio della pandemia ci sono stati 1.302 morti, dato nettamente inferiore a quello delle migliaia di decessi della Lombardia, dove risiedono 10 milioni di persone. La Calabria esce vincente anche rispetto al numero di posti letto in terapia intensiva presenti a inizio epidemia: 140 contro i 500 delle strutture lombarde. Il Sud è indietro dal punto di vista strutturale, ma non da quello dell’emergenza. Però c’è la percezione di una scarsa efficienza del sistema sanitario e la gente va a curarsi fuori, dove comunque trova moltissimi medici calabresi”.

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