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Sudan, parla il responsabile italiano Emergency: "Difficile spostarsi ma non siamo in pericolo''

25 ottobre 2021 | 18.01
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Sudan, parla il responsabile italiano Emergency:

Khartoum è nel caos da stanotte a causa di un colpo di Stato, ma per il personale italiano e straniero "non c'è la minima sensazione di pericolo", solo "preoccupazione per un Paese, il Sudan, che sta attraversando una crisi economica molto importante" e per il rischio che "un episodio del genere" la aggravi. Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il country director di Emergency in Sudan, Luca Rolla, sottolineando come "assolutamente" nessuna delle ong italiane e internazionali presenti nel Paese sia un target della protesta. "Siamo tranquilli ed il nostro lavoro va avanti", precisa.

Rolla evidenzia quindi come il centro Salam di cardiochirurgia di Emergency si trovi lontano dalle zone centrali di Khartoum dove di solito si tengono le proteste, sottolineando soprattutto le difficoltà che in queste ore si incontrano per muoversi nella capitale. "L'episodio di stanotte ha portato senz'altro a una presenza di checkpoint della polizia e dei militari e alla chiusura dei ponti che collegano le varie zone di Khartoum", dichiara. Ciò ha provocato grandi difficoltà da parte dello staff sudanese che vive nella capitale a raggiungere il Centro Salam, che si trova a Soba, 20 chilometri a sud della capitale sudanese.

Neanche nelle zone dove sorgono gli altri ospedali di Emergency in Sudan, a Nyala (Darfur) e a Port Sudan, "ci sono state proteste - precisa - I nostri colleghi sono andati a lavorare anche se ovviamente il flusso dei pazienti è inferiore. Ma non c'è stato nessun problema".

A causa del fatto che gran parte dello staff non sia riuscito a raggiungere il Centro Salam, spiega il responsabile di Emergency, è stato necessario "riorganizzare i turni, in parte con infermieri e medici che sono riusciti ad arrivare e in parte con lo staff presente per il turno di notte". Il Centro al momento è al massimo della sua capacità, con circa 60 pazienti, 12 dei quali si trovano in terapia intensiva. "Stiamo facendo rotazioni per garantire assistenza ai pazienti", assicura Rolla, secondo cui "oggi non abbiamo iniziato l'attività di routine e la sala operatoria è pronta solo per le emergenze".

"Una situazione del genere ovviamente rientra nell'eccezionalità ma i nostri ospedali sono aperti", conclude il responsabile di Emergency, ricordando che anche nel recente periodo di instabilità, ovvero dopo la caduta del governo Bashir nel 2019, "i nostri centri hanno operato normalmente nel Paese" perché "siamo riconosciuti come organizzazione importante e di fondamentale aiuto al sistema sanitario nazionale".

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