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Suicida dopo video hot, la madre pubblica foto dell’ex

01 agosto 2018 | 20.08
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Le foto dell'ex fidanzato di Tiziana Cantone, pubblicate su Facebook dalla mamma della 31enne che si è tolta la vita nel settembre 2016 dopo la diffusione di alcuni suoi video hard. E i post, scritti nel luglio di quest'anno, sono diventati subito virali con centinaia di condivisioni, ma anche insulti e minacce rivolte a Sergio Di Palo, l'uomo rinviato a giudizio per falso e violazione della privacy proprio nel caso del suicidio della ex Tiziana.

"Per chi non avesse ancora inteso - scriveva Maria Teresa Giglio, mamma di Tiziana, in uno dei post pubblicati sul suo profilo Facebook e poi condivisi anche dalla pagina social dell'associazione 'Tiziana Cantone per le altre' - questo è Sergio Di Palo. Prenditi la tua visibilità, volevi restare nell'ombra! Gestivi Tiziana in modo che dovesse essere solo lei a comparire".
"La caccia alle streghe era riservata alla donna, certo, la donna è una p....l'uomo è un macho - si legge ancora in un post con le foto di Di Palo pubblicato il 25 luglio scorso -. Apriamo i vostri cellulari e pc e vediamo cosa ci troviamo. Mi fate solo pena. La mia bambina aveva solo tanto bisogno di amore e le avete spento il sorriso per sempre, siete tutti colpevoli. Ricordatevene". 560 le condivisioni e tanti i commenti che si scagliano contro l'ex fidanzato, con offese e in alcuni casi anche minacce.
AVVOCATO CHIEDE RIMOZIONE DELLE PAGINE - "Abbiamo chiesto a Facebook di rimuovere le due pagine con i post della madre di Tiziana Cantone dove sono presenti le foto del mio cliente, ma il social non sta facendo niente", spiega all'Adnkronos Bruno Larosa, avvocato difensore di Sergio Di Palo.
"Così - denuncia l'avvocato - si sta ripetendo la stessa situazione accaduta a Tiziana: la gogna pubblica. Ma Facebook continua a ignorare la nostra richiesta. Eppure il nome di chi ha pubblicato le foto c'è, è visibile a tutti, ma nessuno fa niente".
"Capiamo il dolore della mamma e per questo non siamo mai intervenuti, ci siamo sempre messi da parte, ma ora è troppo. Questa - conclude Larosa - è una gogna".

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