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Sul Palatino dopo 2.000 anni torna l’acqua alla Fontana delle Pelte

08 settembre 2021 | 19.45
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Fontana delle Pelte sul Palatino - (foto AdnKronos)
Fontana delle Pelte sul Palatino - (foto AdnKronos)

Dopo ben 2000 anni, torna l’acqua alla fontana delle Pelte sul colle romano del Palatino. E il rumore dell’acqua si accompagna alle note musicali, con l’inno a Venere contenuto nel preludio ’Ascanio in Alba’ di Mozart, scelto per l’inaugurazione; e anche alla diffusione di un profumo, ora alle rose, cangiante con il succedersi delle stagioni.

"Finalmente i visitatori potranno ammirare la fontana come era al tempo degli antichi romani, godendo anche di una esperienza multisensoriale - spiega all’AdnKronos Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo - La fontana si potrà vedere, attraverso una visita guidata, anche al suo livello oltreché guardarla dal livello superiore della domus Augustana".

Prima di oggi, la fontana era senza acqua e colma di terra: "era dalla caduta dell’impero romano che questa fontana non era più destinata al suo uso - ricorda Russo - Ora finalmente, dopo 2000 anni, abbiamo ripristinato l’uso dell’acqua e il suo complesso meccanismo idraulico, nel pieno rispetto e cura delle strutture antiche e ovviamente della sua funzione originaria, che era fornire refrigerio alla corte imperiale di Domiziano, durante i banchetti nelle sale private del palazzo".

Questo ripristino, sottolinea ancora Russo, "avviene anche all’insegna della ecosostenibilità, secondo una politica di risparmio dell’acqua portata avanti dal parco archeologico del Colosseo, mentre al tempo stesso stiamo ripristinando le fontanelle per i visitatori; iniziativa che si accompagna anche alla raccolta di olio dalle nostre 200 piante di ulivo, grazie alla collaborazione con Coldiretti".

Ai quattro angoli della grande fontana, altrettante sculture che richiamano le quattro statue angolari che rappresentavano le amazzoni con i loro scudi, le Pelte appunto: rappresentazione di una statua di Fidia, il grande architetto dell’antichità che arrivò secondo alla sfida su chi costruisse la più bella amazzone ferita ma la cui statua si rivelò poi essere la più iconica".

La necessità della ecosostenibilità e del risparmio dell’acqua viene sottolineata per l’occasione anche dal geologo Mario Tozzi, che ricorda "il rapporto ininterrotto dell’homo sapiens con l’acqua, nonché di tutte le più importanti culture della civiltà. L’acqua è un bene comune che non può essere proprietà di qualcuno, non va ridotta a merce e non va sprecata. Quando vediamo il fluire dell’acqua, dovremmo avere una reazione di rispetto, di attenzione e di cura".

(di Enzo Bonaiuto)

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