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Milano: Sumaya, sì a moschee di quartiere, città non deve temere Islam

06 luglio 2016 | 21.09
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Meglio le moschee di quartiere, piuttosto che le "cattedrali nel deserto" perché Milano "non deve temere nulla", tantomeno l'islam. Parola di Sumaya Abdel Qader, la sociologa italiana di origini palestinesi che è la prima consigliera comunale col velo islamico eletta in città. Riguardo al tema moschea, su cui l'amministrazione ha dato assicurazione che sarà risolto in tempi brevi, ha le idee chiare: "Spero in risposte compatibili con i tempi tecnici, che non sono brevissimi. In città - spiega in un'intervista all'Adnkronos - c'è bisogno di far fronte ad esigenze locali e di quartiere. Servono moschee di quartiere, non cattedrali nel deserto".

Domani c'è la prima seduta del neoeletto consiglio comunale e Sumaya sente "tanta responsabilità" per questo nuovo ruolo. E' possibile una maggiore integrazione con la sua elezione? "Sicuramente può aiutare a dare uno sguardo nuovo, diverso, può contribuire positivamente ma serve anche un cambiamento di linguaggio. Questo consiglio, nella sua ala di maggioranza è - afferma - molto sensibile a questi temi e molto ben disposto, immagino si lavorerà bene".

La sua scelta di tenere il velo ha sollevato un polverone. "Ho messo tutto in conto, non mi è dispiaciuto e anzi - dice Sumaya - è importante che se ne parli: dobbiamo cercare di costruire un consenso su certe tematiche e lavorerò molto su una laicità che non sia alla francese, quella cioè che esclude le persone di fede differente e portatrici evidenti di simboli, ma che sia inclusiva e vicina a tutte le culture". Un tema caro alla neo consigliera è quello dei profughi, che in questi giorni continuano ad arrivare a Milano e che il Comune vorrebbe sistemare nell'ex Campo Base di Expo.

"E' - continua - la risposta più veloce, concreta e dignitosa che si può dare in questo momento. Non ci sono altre alternative, ed è una questione di buon senso".

Dopo l'attentato a Dacca, in Bangladesh, la città non deve avere paura. "Dobbiamo avere fiducia e - aggiunge ancora - impegnarci per non alzare muri, per non cedere alla paura e al ricatto dei terroristi. Le comunità islamiche in questi giorni di festa di fine Ramadan hanno ribadito in modo netto e forte che bisogna contribuire tutti a contrastare il terrorismo e rigettarlo. I milanesi non devono temere nulla ma piuttosto avere la voglia e la volontà di contribuire a rendere questa città bella e vivibile".

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