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Superbonus 110, Draghi: "Non siamo d'accordo"

03 maggio 2022 | 16.41
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Il premier: "Non siamo d'accordo sulla validità di questo provvedimento". Tensione M5S-Draghi

Superbonus 110, Draghi:

"Possiamo non essere d'accordo sul superbonus al 110%, e non siamo d'accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito solo un esempio: i prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi, questo è il risultato". Lo afferma il presidente del Consiglio Mario Draghi, nelle repliche agli interventi degli eurodeputati nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.

Commenta in una nota il deputato M5S Riccardo Fraccaro: "Draghi ha dichiarato di non essere d'accordo sul superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile. Vorrei ricordare al nostro presidente del Consiglio che il superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea".

Draghi non è d'accordo col superbonus 110%? "Il M5S prende atto di questa posizione del presidente Draghi ma si opporrà a qualsiasi smantellamento di tutte quelle misure che hanno funzionato e permesso al Paese di uscire dalla crisi economica post-pandemica, tra cui il superbonus" sottolinea, parlando con l'Adnkronos, il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Mario Turco.

"Lo stesso Draghi aveva preso impegni per la reintroduzione del cashback, peraltro annoverato anche tra le misure principali della delega fiscale", osserva il senatore, già sottosegretario del secondo governo Conte. La tensione tra M5S e Palazzo Chigi continua a salire: meditate l'uscita dal governo? "Noi siamo convintamente dentro questo governo per le urgenze che l'esecutivo, con l'attuale maggioranza, dovrà affrontare. D'altra parte siamo una forza attiva in questo governo". "Sul superbonus abbiamo posto tutte le condizioni per il suo corretto ed efficace funzionamento, sia in termini di controllo sia in termini di efficacia sulla determinazione dei prezzi. Il superbonus non è la causa dell'aumento dei prezzi: lo è la crisi bellica e di approvigionamento che tutta l'Europa sta sostenendo". Le parole del premier Draghi arrivano dopo lo strappo di ieri in Cdm sulla famigerata norma per gli inceneritori, che ha comportato il mancato voto pentastellato sul dl aiuti.

"La questione dell'inceneritore è un ricatto puro e semplice: e noi non accettiamo ricatti come il ritorno al passato del termovalorizzatore", insiste Turco. Cosa chiederete all'esecutivo nelle prossime settimane? "Noi continueremo a stare al governo ma a lottare per l'interesse dei cittadini e delle imprese. Chiederemo con forza la riduzione del cuneo fiscale, perché non ci accontentiamo della misura una tantum a favore dei salari bassi e delle pensioni, chiediamo una misura strutturale di adeguamento dei salari all'andamento dell'inflazione. Continueremo a chiedere con forza uno scostamento congruo di bilancio per fronteggiare un calo del Pil stimato intorno al 4%. Ci attendiamo delle risposte quanto prima. Le abbiamo avute negli ultimi due decreti approvati, con molti provvedimenti targati M5S. Ma noi chiediamo ancora di più".

In una nota intervengono anche i senatori M5S in commissione Industria, Commercio e Turismo Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro. "Ci lascia abbastanza perplessi l'irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110% - scrivono - E' stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell'esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c'è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento. Il quale, però, nel 2021 ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier. Un'incidenza, quella del Superbonus al 110%, confermata da decine di analisi e di studi, che hanno portato commissari europei come Timmermans e Simson ad evidenziarne la portata innovativa".

"Insomma, mentre l'Europa plaude e guarda con curiosità agli effetti positivi di questa agevolazione, il nostro primo ministro la boccia sonoramente proprio a Strasburgo: una contraddizione evidente. E uno schiaffo sonoro alla maggioranza che lo sostiene, visto che il Superbonus al 110% è nato grazie all'intuito del M5S ma ora trova il favore incontrastato di tutto il Parlamento. Per un motivo: questo meccanismo fiscale non solo ha portato in dodici mesi un risparmio di energia pari a quello dei consumi di energia elettrica di un milione e 100 mila famiglie, ma ha avuto effetti salvifici sull'edilizia, con ricadute occupazionali impensabili prima che arrivasse l'ok alla misura. Inoltre, vorremmo rammentare a Draghi che l'escalation dei costi nel settore delle costruzioni c'è stato in tutta Europa, anche in quei paesi che non hanno bonus edilizi. Quindi parlare di efficientamenti energetici dai costi triplicati lascia il tempo che trova, un po' come a inizio anno quando si puntò il dito sul boom di frodi legate al Superbonus, boom rivelatosi poi un falso storico. Al premier Draghi chiediamo maggiore accortezza: provi a dare a questo sgravio un quadro normativo chiaro senza ostacoli e mutamenti di scenario ogni mese, poi ne riparleremo", concludono i pentastellati.

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