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Ricerca: 'supermicroscopi' italiani mostrano nuovi dettagli cellula

07 agosto 2014 | 16.06
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Ricerca: 'supermicroscopi' italiani mostrano nuovi dettagli cellula

(Adnkronos Salute) - Supermicroscopi in grado di catturare dettagli del comportamento di virus o funzionalità di proteine mai visti prima all'interno di una cellula. Può sembrare fantascienza e invece si tratta di un nuovo progresso tecnologico per la biologia cellulare e, soprattutto, per la diagnostica medica. Una importante innovazione che, tra l'altro, porta una firma tutta italiana: a sviluppare la nuova e dettagliata tecnologia sono stati, infatti, i ricercatori dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova e Pisa, dell'Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (NanoCnr) di Pisa e della Scuola normale superiore (Sns).

Capaci di una risoluzione molto maggiore rispetto agli attuali microscopi ottici basati sul metodo confocale, i supermicroscopi sono un vero e proprio salto tecnologico che rende possibile l'osservazione di dettagli biologici finora mai rivelati. Una tecnologia innovativa che costituisce un nuovo paradigma della microscopia e apre a nuove frontiere in ambito diagnostico, offrendo, oltre alle immagini, un metodo per misurare le dinamiche di singole proteine e macromolecole all'interno delle cellule.

I risultati del lavoro - che è stato realizzato a Genova e a Pisa da un'equipe di ricercatori coordinati da Alberto Diaspro, del dipartimento di Nanofisica dell'Iit, e da Ranieri Bizzarri, dell'Istituto nanoscienze del Cnr - sono stati pubblicati dalla rivista Plos One in un articolo dal titolo "Nanoscale Protein Diffusion by Sted-Based Pair Correlation Analysis". Il progetto è stato finanziato dalla Regione Toscana (Bando Salute 2009) e dal Miur (progetto Prin 2010).

Il nuovo supermicroscopio combina una tecnica che permette di seguire il movimento delle molecole all'interno della cellula (pCF) con una tecnica di "super-risoluzione", la Sted, che consente di produrre immagini con un dettaglio inferiore a 100 nanometri (cento miliardesimi di metro), superando i consueti limiti di risoluzione delle microscopia ottica che si fermano a 200 nanometri.

E proprio grazie al nuovo metodo, i ricercatori sono stati in grado di mettere a fuoco le particelle virali del virus dell'epatite B - che posseggono un diametro di 50 nanometri - individuando dettagli associati al trasporto di proteine all'interno del nucleo di una cellula, completamente nascosti allo strumento convenzionale (il fenomeno avviene a dimensioni di 100-150 nanometri). "Vedere per poter credere è di grande supporto in una diagnosi medica ed è fondamentale quindi l'attendibilità e la precisione delle immagini prodotte - spiega Diaspro - I risultati raggiunti con questo nuovo metodo - continua - sono di grande aiuto, togliendo quel velo di nebbia che peggiorava le immagini formate dal microscopio confocale convenzionale".

"Per la prima volta - aggiunge Bizzarri - abbiamo osservato con un dettaglio spaziale mai ottenuto la capacità di spostarsi e la velocità delle molecole all'interno di una cellula viva e, sorprendentemente, sono apparse interazioni mai viste in precedenza. Il nostro metodo ha straordinarie implicazioni in ambito diagnostico perché rivela in tempo reale funzioni e possibili disfunzioni della cellula".

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