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Svb, Lamberti: "Non sarà un nuovo 2008, ora la Fed dovrà avere maggiore tolleranza su tassi"

13 marzo 2023 | 11.26
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L'economista: "Gli errori di quel periodo sono oramai bagaglio culturale del regolatore. Sappiamo che lasciar scoppiare una crisi senza intervenire adeguatamente costa molto di più. Dobbiamo abituarci a queste crisi latenti. Fanno parte di un modello di sviluppo che tiene".

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(Fotogramma)

Il fallimento di Silicon Valley Bank e quello di Signature "non porteranno a un nuovo 2008" perché "gli errori di quel periodo sono ormai bagaglio culturale del regolatore" e, inoltre, "a differenza di allora sappiamo che lasciar scoppiare una crisi bancaria senza intervenire adeguatamente costa molto di più successivamente". E' quanto dice all'Adnkronos l'economista e docente all'università San Raffaele di Roma Lucio Lamberti, secondo il quale la vicenda "sia ancora un fenomeno circoscritto di selezione delle realtà che hanno eccessivamente goduto della bolla della liquidità a costo zero" come "nel mondo delle criptovalute".

Però avverte, ci saranno "ripercussioni indirette ma importanti". Una su tutte, evidenzia, sarà quella che "la Fed dovrà avere una maggiore tolleranza verso l'inflazione, perché il cambiamento veloce crea problemi di fragilità strutturale. L'inflazione non si combatte solo con i tassi o togliendo liquidità perché c'è anche un fattore psicologico. Le aziende hanno cominciato dopo anni a sperimentare l'elasticità della domanda al prezzo e stanno riaggiustando i margini, indipendentemente dalla inflazione da costi", spiega infatti l'economista. Per cui, per calmierare l'inflazione, le amministrazioni "potrebbero incidere sui meccanismi di amplificazione come l'Iva, e non legarsi a feticci come quello del 2% e aspettare che il fenomeno si riassesti". Un po', ricorda, "come è stato dopo la adozione dell'euro". Per cui, "nel brevissimo la Fed avrà un atteggiamento più conciliante e questo gioverà ai mercati globali".

'siamo in mondo fragile in perenne disequilibrio, dobbiamo abituarci a queste crisi latenti'

Comunque, quello che evidenzia Lamberti è che "siamo in un mondo fragile in perenne disequilibrio e con tanti squilibri non riaggiustabili come il debito" e "la cura ortodossa" di un rialzo ancora più forte dei tassi "sarebbe più devastante del male". Secondo l'economista, "dobbiamo abituarci quindi a queste crisi latenti. Fanno parte del modello di sviluppo". Un modello che però, ribadisce "tuttavia tiene".

"Deve far riflettere - dice infine l'economista - che Svb era stata premiata a fine febbraio per la qualità e la solidità dei servizi. Forbes l'aveva considerata tra le migliori per più anni. Era una singola A e l'amministratore delegato aveva rilasciato dichiarazioni eccezionali fino al 1 marzo. Cosa è cambiato? Semplicemente le banche hanno molta leva su prodotti di tasso e mutamenti eccessivamente rapidi possono ingenerare problemi di sistema se non governato". "Il vulnus è stato un eccessivo investimento in titoli obbligazionari a lunghissimo termine", conclude Lamberti.

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