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Duplice omicidio a Palermo, Pm chiedono convalida fermo della coppia

04 marzo 2016 | 08.36
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Arriva in piena notte la svolta nell'inchiesta sul duplice omicidio avvenuto ieri mattina in via Falsomiele, alla periferia di Palermo.

La Procura di Palermo, come confermano in ambienti giudiziari, ha fermato, poco prima dell'alba, una coppia di coniugi, accusata di avere ucciso Vincenzo Bontà di 45 anni e Giuseppe Vela di 53 anni. Esce così definitivamente di scena, come anticipato ieri dall'Adnkronos, la pista mafiosa.

A finire in carcere sono stati un dipendente comunale di 50 anni e la moglie di 45 anni, casalinga. Secondo gli inquirenti della Squadra mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, avrebbero ucciso Bontà e Vela per problemi legati a questioni di confini di un terreno. Ma sul movente è ancora mistero.

In un primo momento si era pensato a una pista mafiosa, data la parentela di una delle vittime, Vincenzo Bontà, con il boss Giovanni Bontade, di cui era genero. Poi la svolta, nel pomeriggio. A incastrare i due coniugi è stata una testimonianza ritenuta dagli inquirenti "fondamentale per le indagini" ma anche una telecamera che ha ripreso il loro suv.

La coppia è stata trasferita in carcere alle prime luci dell'alba, dopo la firma del provvedimento di fermo della Procura. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Claudio Camilleri e Sergio Demontis, che hanno interrogato i due fino alle tre del mattino.

"Non siamo stati noi, state facendo un errore" hanno continuato a ripetere per tutta la notte. Ma gli investigatori parlano di "prove schiaccianti".

I proiettili che hanno ucciso Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela "sono arrivati da due diverse direzioni. Questo fa pensare che a sparare, in poco meno di un minuto, gli oltre venti colpi di pistola, sono stati in due, sia la moglie che il marito" è la convinzione degli inquirenti. A suffragare la tesi della Procura di Palermo è anche la grande passione della coppia per le armi. Lui è un cacciatore e possiede legalmente diverse armi, la moglie spesso va a sparare al poligono di tiro.

Nell'abitazione dei coniugi gli investigatori della Squadra mobile hanno trovato diverse pistole, fucili da caccia e proiettili compatibili con quelli trovati sul luogo del delitto . Ad incastrare i due, che continuano a negare ogni addebito, sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni di alcuni testimoni.

"I fermati negano ogni addebito - dicono adesso gli inquirenti - Restano freddi e lucidi, ma il quadro probatorio a loro carico è forte. Ancora non è stato individuato il movente, ma dalle prime ricostruzioni pare che le due vittime siano state raggiunte prima al corpo con diversi colpi e poi freddate con un colpo alla testa".

Intanto il Procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci ha firmato, con i pm Claudio Camilleri e Sergio Demontis la richiesta di convalida del fermo della coppia. La richiesta della Procura è stata inviata poco dopo le 15 all'ufficio gip. Sarà adesso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo a decidere nei prossimo giorni se convalidare il fermo e lasciarli in carcere o scarcerarli. Moglie e marito hanno tre figli, una maggiorenne e due ancora minori.

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