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Tafuro (Ispi): "Cina e India ciniche davanti a vulnerabilità Russia"

15 settembre 2022 | 17.27
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Tafuro (Ispi):

Cina e India hanno un approccio "pragmatico" nei loro rapporti con la Russia, non si può parlare di "sostegno" a Mosca, ma piuttosto di "cinismo" dei due giganti asiatici che "beneficiano della vulnerabilità della Russia per comprare energia a basso costo". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice dell'Osservatorio Russia, Caucaso e Asia centrale presso l'Ispi, commentando il faccia a faccia a Samarcanda tra Putin e Xi a margine del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.

"Sia Russia che Cina fanno i loro interessi", premette Tafuro, mettendo in luce i reciproci interessi commerciali ed anche una "vicinanza valoriale" già in essere prima dell'invasione dell'Ucraina e che si concretizza nella critica all'unipolarismo. Ma è l'economia il punto principale di incontro in questo momento tra Mosca e Pechino, grazie anche a "una certa complementarità", spiega l'esperta, evidenziando come la Russia speri "non solo di sostituire il mercato occidentale con quello cinese, ma anche di trovare nella Cina un fornitore di tecnologia", settore quest'ultimo fortemente colpito dalle sanzioni.

Per il Dragone, invece, la Russia è il partner energetico "ideale" in quanto il gas costa poco ed è relativamente vicino, prosegue Tafuro, secondo cui "è difficile tracciare una linea netta che divida quello che è interesse e quello che è appoggio incondizionato a un partner in difficoltà".

Di certo, rimarca l'analista dell'Ispi, Putin - dopo le recenti battute d'arresto in Ucraina - sembra voler puntare sulla Cina per dimostrare al mondo che il suo Paese non è isolato a livello internazionale, proseguendo su una strategia già testata. "Dopo le sanzioni nel 2014 - ricorda - Putin firmò un grande accordo commerciale per la vendita del gas con la Cina e lo andò a sventolare sotto il naso dell'Ue e questo forum della Sco è un altro palco dal quale poter mostrare che la Russia che non è così tanto isolata".

L'esperta mette l'accento quindi su alcune possibili criticità nei rapporti tra Mosca e Pechino. "La Cina sta dimostrando di avere una certa reticenza a sostituirsi all'Occidente come fonte di prodotti altamente tecnologici. Se le sanzioni diventassero secondarie e andassero a colpire le transazioni cinesi con la Russia, Pechino potrebbe decidere di non essere un partner commerciale affidabile su questi prodotti e da qui ne deriverebbe il rischio di uno scontro politico - dichiara - Un'altra potenziale criticità potrebbe essere se la Russia dovesse minacciare la sovranità di un Paese che interessa molto alla Cina ovvero il Kazakistan e il messaggio di ieri di Xi sulla Cina garante della sovranità del Kazakistan sembra proprio rivolto alla Russia".

Tafuro marca quindi alcune preoccupanti dinamiche che si stanno registrando negli ultimi giorni in Asia Centrale, dagli scontri tra Azerbaigian e Armenia a quelli tra Khirgizistan e Tagikistan, che fanno temere che la regione possa diventare un focolaio di instabilità. "Stiamo parlando di una regione in profonda trasformazione, che porta ancora i segni di conflitti irrisolti: le controversie territoriali sono da tenere d'occhio con molta preoccupazione - conclude - Ed il fatto che la Russia, un tempo garante della sicurezza nella regione, sia distratta dalla guerra in Ucraina fa sì che attori come l'Azerbaigian si sentano più liberi di compiere delle azioni".

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