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Tagli e sprechi miscela letale per Ssn, un Osservatorio per salvarlo

26 settembre 2016 | 12.09
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Tagli e sprechi miscela letale per Ssn, un Osservatorio per salvarlo

Sprechi e tagli sono la combinazione letale che sta mettendo sempre più a rischio il Ssn. E visto che per il 2025 si stima un fabbisogno di 200 miliardi di euro, per garantirne la sopravvivenza sono tre gli 'ingredienti' necessari: adeguata ripresa del finanziamento pubblico, piano nazionale di disinvestimento dagli sprechi, che assorbono oltre 24 miliardi di euro l'anno, e incremento della quota intermediata della spesa privata. Questa la 'ricetta' della Fondazione Gimbe, che promuove un Osservatorio sulla sostenibilità del Ssn.

Dopo la pubblicazione del Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario, la Fondazione ha avviato una consultazione pubblica, a cui hanno partecipato migliaia di persone: ne è emersa la necessità di avviare un monitoraggio continuo e indipendente su responsabilità e azioni di tutti i protagonisti della sanità. Mandato raccolto con la creazione dell'Osservatorio.

I primi sotto osservazione sono Governo e Parlamento. "L'obiettivo - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - è vigilare sulle dinamiche e l'entità del finanziamento per la sanità pubblica e valutare parallelamente l'azione legislativa: identificando carenze normative (priorità assoluta il riordino della sanità integrativa), individuando nei disegni di legge in corso di discussione criticità e possibili contraddizioni con altre normative e, soprattutto, monitorando lo status di applicazione di quelle vigenti".

Necessaria più trasparenza

Tre i principi che guideranno le valutazioni dell'Osservatorio: 'evidence for health', ovvero le migliori evidenze scientifiche devono essere integrate in tutte le decisioni politiche che riguardano la salute; 'health in all policies', perché la salute delle persone deve guidare tutte le politiche, non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali; 'value for money', perché ottenere il massimo ritorno in termini di salute dal denaro investito in sanità è, al tempo stesso, mandato etico e obiettivo economico di un sistema sanitario, illustrano gli esperti.

"Le Regioni - continua Cartabellotta - saranno innanzitutto invitate a rendere pubbliche la percentuale di risorse destinate ai tre livelli essenziali di assistenza (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) e quella ripartita tra pubblico e privato accreditato. L'assenza un quadro comparativo sull'allocazione regionale del denaro pubblico - denuncia - è un inaccettabile elemento di mancata trasparenza istituzionale".

E ancora, oltre 12 miliardi di euro - secondo il Rapporto Gimbe - vengono sprecati a causa del sovrautilizzo, o sottoutilizzo, di servizi e prestazioni sanitarie e dell'inadeguato coordinamento dell'assistenza. L'Osservatorio intende fornire "evidenze e dati per facilitare a Regioni e aziende sanitarie il processo di disinvestimento e riallocazione" delle risorse dove servono davvero, "sensibilizzando al tempo stesso professionisti sanitari e cittadini/pazienti".

Infine, l'Osservatorio accende i riflettori sui conflitti di interesse, per espanderne le evidenze: in particolare, "se il 'disclosure code' di Farmindustria ha fornito utili informazioni sui trasferimenti di denaro in maniera unidirezionale, è indispensabile conoscere l’entità dei finanziamenti ricevuti dai vari attori (enti pubblici, società scientifiche, associazioni di pazienti e di tutela dei consumatori) come elemento indispensabile di trasparenza".

La sfida è ambiziosa, gli obiettivi altrettanto, ma "siamo convinti - conclude Cartabellotta - che le attività di un'organizzazione indipendente finalizzate a informare il Paese sulla salute, l'assistenza sanitaria e la ricerca biomedica possono determinare grandi benefici sociali ed economici. Lo sviluppo economico del nostro Paese, oggi problema cruciale, dipende anche dalla salute e dal benessere delle persone".

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