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Taranto: ricettazione di 50 arnie api rubate, denunciato coltivatore

25 luglio 2014 | 13.54
LETTURA: 2 minuti

La refurtiva e' stata sequestrata e successivamente restituita ai proprietari

Taranto: ricettazione di 50 arnie api rubate, denunciato coltivatore

I carabinieri della Stazione di Mottola, in provincia di Taranto, hanno deferito in stato di liberta' un coltivatore diretto poiche' ritenuto responsabile di ricettazione di arnie di provenienza furtiva. I militari, infatti, da diverso tempo stanno svolgendo controlli per reprimere il fenomeno dei furti di arnie, particolarmente sentito nel versante occidentale della provincia dove la presenza di grandi distese di aranceti e colture di mandarino richiama oltre, agli apicoltori locali anche molti operatori del settore di tutta Italia, che vengono ad installare i loro apiari proprio in queste aree per la produzione di miele di agrumi, particolarmente richiesto dal mercato.

Purtroppo la concentrazione di questi allevamenti attira anche molti ladri facilitati proprio dalla naturale ubicazione dei favi, posizionati ovviamente in aperta campagna, lontano dai centri abitati, quindi in luoghi di difficile sorveglianza. I carabinieri hanno controllato una delle tante masserie della zona, rinvenendo 50 arnie riguardo al cui possesso il proprietario dell'azienda agricola non ha saputo fornire giustificazioni convincenti. Difatti, ulteriori indagini hanno accertato che 25 arnie di quelle rinvenute erano state rubate, in vari periodi, ai danni di 4 apicoltori, di cui 2 della provincia di Taranto ed altrettanti della provincia di Chieti, tutti operanti tra i comuni di Mottola e Palagiano.

La refurtiva e' stata sequestrata e successivamente restituita ai proprietari. Per le restanti 25 arnie, verosimilmente anche queste di provenienza illecita, sono in corso le attivita' per risalire ai proprietari anche se i segni identificativi che tutti gli apicoltori per consuetudine e prassi appongono sulle stesse sono stati evidentemente rimossi. Pertanto sono stati sequestrati per gli ulteriori accertamenti. Complessivamente la refurtiva recuperata ha un valore commerciale di circa ventimila euro.

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