"A volte si è più liberi dietro un muro, che in un deserto di indifferenza. Tieni duro". E' la conclusione di una la lettera dello scrittore Stefano Benni inviata a Mattia, uno dei quattro ragazzi vicini al movimento No Tav in carcere dal 9 dicembre scorso con l'accusa di terrorismo e diffusa sui siti No Tav.
"Da tua madre vengo a sapere del tuo momento difficile" si legge nel testo. "Non ti conosco. Ma ho avuto la tua età e mi sono ribellato, e ho provato rabbia e ho conosciuto, anche se per breve tempo, la prigione militare". E prosegue "non conosco la tua storia, immagino sia quella di molti giovani che vivono in questo paese apparentemente senza anima e senza speranza. Mio figlio ha scelto di lavorare all'estero, nelle emergenze umanitarie. Tu - conclude - hai scelto di batterti per le cose in cui credi. Finché ci saranno giovani come voi, anche se diversi nelle idee e nelle forme di lotta, mi viene da pensare che questo paese abbia ancora un pezzo di anima e un respiro di speranza".