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Tbilisi, Ue e Nato mantengano le loro promesse o la Russia ne approfitterà

01 luglio 2016 | 16.31
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La ministra della difesa georgiana Tinatin Khindasheli
La ministra della difesa georgiana Tinatin Khindasheli

La Nato e l'Unione europea mantengano le promesse fatte a Tbilisi o a Mosca arriverà un messaggio destinato a provocare altri disastri, come la crisi in Ucraina, perché la Russia ha "un'agenda molto chiara e definita, con obiettivi altrettanto chiari". Lo dice la ministra della Difesa della Georgia, Tinatin Khidasheli in un incontro organizzato all'Istituto affari internazionali di Roma a una settimana dal vertice dell'Alleanza atlantica di Varsavia (l'otto e il nove di questo mese) da cui si attendono decisioni con un impatto sullo spazio post sovietico e da cui ci si aspetta non una decisione sull'avvio del processo di adesione di Tbilisi, ma "parole importanti" nella dichiarazione finale sul futuro delle relazioni con il paese caucasico.

La domanda, che divide in questo momento i paesi alleati, è se la Nato debba competere o no con la Russia nello spazio post sovietico, quindi in paesi come la Georgia riassume Khidasheli. La risposta l'aveva offerta la guerra fra Russia e Georgia del 2008. E visto che il messaggio non è arrivato, con la successiva annessione della Crimea e la guerra in Ucraina nel 2014.

L'agenda della Russia "si basa sull'imposizione del proprio potere contro paesi sovrani. Se questo poteva anche non essere chiaro prima del 2008", la guerra di quell'anno, il successivo riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia e Sud Ossezia da parte di Mosca, e il non aver colto le implicazioni ha portato, sei anni dopo, alla crisi in Ucraina "l'esempio chiaro di quello che accadrà in futuro se non impariamo dagli errori del passato: se non realizziamo la minaccia posta dalla Russia, i conflitti creati da Mosca trascineranno la Nato in un enorme disastro", denuncia la ministra, al governo da un anno.

"Questo è il momento giusto in cui la Georgia deve essere considerata come un'opportunità per quanto riguarda i rapporti della Nato con la Russia", aggiunge. La decisione sull'ammissione della Georgia alla Nato deve essere presa sulla sola verifica dei parametri richiesti dal Trattato euroatlantico, "sull'adempimento delle richieste dell'Alleanza atlantica al paese da ammettere, non sulla base del veto espresso da un paese terzo", incalza. "Se non si procede, è come se si dicesse alla Russia, 'se annetti territori, la storia finisce qui, non ci sono consequenze'".

E da questo punto di vista, l'avvio delle procedure di ammissione del Montenegro il mese scorso, non è ciò che serve a dimostrare al mondo che la Nato è pronta a fronteggiare la sfida della Russia. "perché se c'è un paese che merita l'ammissione piena è proprio la Georgia, per la lealtà dimostrata negli anni, e questo è vero a maggior ragione in un momento di crisi come questo.

"Brexit non rimarrà un segnale isolato in questa direzione, aggiunge, passando, sul fronte dei rapporti euroatlantici, a parlare dell'Unione europea, della promessa non attuata, ma ribadita "da ogni singolo leader europeo" di liberalizzare i visti di ingresso per i georgiani. "L'Europa è delegittimata, sta facendo esattamente come la Nato, non mantiene le promesse prese". E la ministra cita a questo proposito la crescente frustrazione dei georgiani che rischia di riflettersi alle elezioni del prossimo ottobre con un impatto negativo sull'attuale maggioranza che due anni fa ha reso possibile la firma dell'Accordo di associazione con l'Ue (sondaggi evidenziano il costante aumento dei georgiani favorevoli all'Unione euroasiatica, dall'11 per cento nel 2013 al 31 per cento dell'agosto del 2015).

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