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Teatro: Olivier Dubois con omaggio all'Egitto, gran finale ReF

19 novembre 2021 | 15.59
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Omaggio all'Egitto con lo spettacolo 'Itmahrag' del coreografo e regista francese Olivier Dubois per ReF
Omaggio all'Egitto con lo spettacolo 'Itmahrag' del coreografo e regista francese Olivier Dubois per ReF

Al via il 20 novembre (con conclusione il 21 novembre) all’Auditorium Parco della Musica, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma, il Gran Finale del Romaeuropa Festival 2021. Per la prima giornata di chiusura in cartellone alle ore 19 Vittorio Montalti presenta il concerto The smell of blue electricity insieme a Blow Up Percussion e Tempo Reale, alle ore 21 la prima nazionale di 'Itmahrag' del coreografo Olivier Dubois. Nato a Roma nel 1984, Vittorio Montalti è uno dei musicisti più acclamati della sua generazione. Interessato a intrecciare il mezzo elettronico con la scrittura strumentale, esplora con le sue composizioni l’estensione delle possibilità nei timbri degli strumenti acustici e l’influenza del suono elettronico nella nostra cultura. 'The smell of blue electricity' riunisce Blow Up Percussion e il compositore per l’esecuzione della parte elettronica di uno spettacolo volto a rompere i limiti dell’esecuzione musicale per esplorare un contatto più diretto con il pubblico. Un progetto nato dalla stretta collaborazione e dal dialogo tra Montalti e l’ensemble di percussionisti sotto la direzione del suono di Tempo Reale.

Ci porta al Cairo 'Itmahrag', nuova produzione del coreografo francese Olivier Dubois. Una singolare visione dell’Egitto tra danza e musica, realizzata in stretta collaborazione con il centro artistico B’Sarya situato ad Alessandria e interpretata coinvolgendo 7 musicisti/performer egiziani. Centrale nella pièce è il Mahraganat, stile musicale conosciuto anche come 'electro chaabi' creato dai giovani egiziani dei quartieri popolari del Cairo oggi voce di un’intera generazione e ritmo che invade le strade, i taxi, i matrimoni, le feste alla moda di tutto l’Egitto. Una danza 'incendiaria', come la definisce lo stesso Dubois, che brucia e riscalda, che restituisce l’impulso alla vita delle più giovani generazioni. "Perchè ci sono desideri che solo la giovinezza porta alla luce", afferma il coreografo. Ho vissuto per molti anni tra Parigi e il Cairo e ho visto nascere quest’ondata musicale che ha invaso la scena egiziana. Gli egiziani cantano e ballano ovunque, in modo discreto e intimo ma è una parte essenziale della loro cultura. Ho guardato con molta curiosità lo sviluppo di questa musica, di questa danza istintiva che porta con sé l’audacia della giovinezza - ha aggiunto - Mi ci sono voluti anni per osare ed esplorarla. Volevo che trovasse prima la sua maturità perchè, come straniero, non avevo il diritto di toccarla, di utilizzarla fuori dalla sua ragion d’essere".

"Oggi la affronto con altrettanto rispetto e ignoranza - ha anticipato Olivier Dubois- ma con la convinzione che si tratti di un nuovo linguaggio. Un urlo". Il team di performer in scena si compone di 3 musicisti e 4 danzatori, giovani artisti che hanno avviato un percorso di formazione appositamente per lo spettacolo. "Sono autodidatti, proprio come me", ha confessato Dubois. Il 'gran finale' del Romaeuropa Festival prosegue il 21 novembre con Edison Studio, Alva Noto + Anne-James Chaton, Ensemble intercontemporain (in corealizzazione con Fondazione Musica per Roma) e Berliner Philarmoniker (prodotto da Accademia Nazionale di Santa Cecilia).

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